Omicidio Errico, sulle "impronte" dell’assassino

In aula il delitto di Cosimo Errico a Entratico: c’è il movente, mancano coltello e scarpe dell’omicida

La Cascina dei fiori teatro del delitto

La Cascina dei fiori teatro del delitto

Bergamo - L’arma dell’omicidio , con tutta probabilità un coltello con lama affilata, non è mai stata trovata. Sulla scena del crimine impronte di scarpe con misura 42. Sul pavimento impressa la lettera C, come Carrera, che poi si è scoperta essere la marca del modello di scarpa da ginnastica “Jeans&co“. Scarpe che la moglie della vittima, il professore Cosimo Errico, 58 anni, docente al “Natta“ di Bergamo, comperava per il marito, il quale a sua volta le regalava ai dipendenti. Le scarpe, appunto. La suola ha lasciato sul pavimento la marca Carrera. Le impronte rilevate con il luminol indicano che l’assassino dopo l’omicidio è sceso dalle scale, è uscito e poi è tornato sul posto. Gli investigatori avevano battuto al setaccio negozi tra Brescia e Bergamo dove erano state vendute 700 paia di quel modello di scarpe, trovando quelle che interessavano. Chi le indossava la sera del delitto? I primi carabinieri arrivati sul posto, alla “Cascina dei fiori“ a Entratico, una struttura didattica di proprietà del professore, andarono a bussare alla casa di un marocchino che lavorava sul posto.

Aveva le scarpe Carrera, ma la suola diversa. Ma le aveva anche l’imputato Pal Surinder, 58 anni, a processo per l’omicidio del docente, insieme con il connazionale (entrambi sono residenti a Casazza), Mandìp Singh, 39 anni, accusato di favoreggiamento. Il primo ha il numero di scarpe 42, ma le Carrera “Jeans & co“ non sono state trovate. Elementi a favore della difesa, avvocati Michele Agazzi e Antonio Abbatiello. Ma per l’accusa, pm Carmen Santoro, un movente Surinder l’aveva: l’ennesimo furto di denaro che forse quel giorno il professore non aveva voluto far passare. In aula ieri mattina il luogotente Giovanni Siusco, del Nucleo Investigativo dei carabinieri di Bergamo che effettuò i rilievi scientifici alla cascina, scena del crimine. Teatro del delitto la zona bar della struttura: in mezzo alla stanza un tavolo, a lato dei frigoriferi, quello più piccolo aperto. E segni di colluttazione. Il corpo del professore vicino al tavolo, prono, semicarbonizzato. In un primo momento si era pensato a una causa accidentale, un corto circuito. Al collo della vittima un taglio da parte a parte, e altri fendenti (in totale 23). Sotto al cadavere liquido oleoso, benzina, usata per il fuoco (appiccato pare con un accendino) e versata con una bottiglia di plastica, di cui è stato ritrovato un frammento. Prima di essere ammazzato Errico era accovacciato davanti al frigorifero e stava deponendo un vassoio con la bresaola. È stato attaccato, e da li è iniziata la colluttazione; il professore ha cercato di difendersi, ma inutilmente.