Morte Davide Astori, San Pellegrino in lutto

Il sindaco Milesi: "Organizzeremo qualcosa in suo ricordo"

Davide Astori premiato in consiglio comunale

Davide Astori premiato in consiglio comunale

San Pellegrino (BergaMo), 6 marzo 2018 - Piange San Pellegrino. Piange per la perdita del suo Davide. Oggi a Udine sarà effettuata l’autopsia che chiarirà le cause del decesso. Poi il giorno successivo, a Firenze, si svolgeranno i funerali. La salma poi dovrebbe essere trasferita a San Pellegrino. Qui, nel paese delle terme, alla frazione Ruspino, a una spanna dalla fabbrica dove quotidianamente escono milioni di bottiglie di acqua minerale, vivono ancora i genitori di Davide Astori. Papà Renato, 70 anni, impresario edile, e mamma Anna, di due anni più giovane. Una famiglia laboriosa. "Stiamo pensando di organizzare una commemorazione - dice il sindaco del comune brembano, Vittorio Milesi -. Ancora non è deciso nulla, anche perché non si sapeva la data dei funerali, comunque la nostra intenzione è quella. Ne parlerò anche con il parroco". Intanto c’è chi ha ventilato l’idea di intitolare ad Astori il centro sportivo.

La bandiera tricolore, davanti al municipio, è a mezz’asta. Domenca è stata annullata la sfilata di mezza Quaresima, in segno di lutto. Il grande affetto che tutta San Pellegrino ha sempre mostrato nei confronti del suo “figliolo” di talento è sempre stato ricambiato. Davide, che era nato a San Giovanni Bianco, dove c’è l’ospedale, era legato al suo paese. Al Comune aveva regalato una sua maglia autografata, quando giocava nella Roma. I vicini di casa, in via dei Medici, dove abitano i genitori del giocatore, raccontano delle partite a pallone nel cortile del condominio tra Davide e i suoi due fratelli, Marco e Bruno, più grandi di lui L’amore per il calcio aveva contagiato tutta la famiglia.

Fausto Galizzi, assessore al comune di San Pellegrino, lo ricorda così: "Ho appreso la terribile notizia dalla televisione. Poco prima stavo parlando del più e del meno proprio con papà Renato. Conosco bene la famiglia Astori, visto che abbiamo vissuto per anni nello stesso condominio. Una famiglia umile, riservata proprio com’era il figlio". Galizzi  lo ha visto crescere da vicino. I primi calci con la casacca del San Pellegrino, fino all’età di 9 anni, quando lo ha notato il Ponte San Pietro: uno step verso ben altri orizzonti, rossoneri. Nel futuro del piccolo Astori c’era infatti il Milan, la squadra per la quale tifava. "Una vita vissuta per il pallone, avanti e indietro per la valle: Davide usciva di casa al mattino e rientrava la sera. Ricordo anche papà Renato, che orgoglioso andava a portarlo e prenderlo tutti i giorni dove fermava la navetta del Milan che caricava i ragazzini verso il campo d’allenamento".