Covid, Comunità Montana in allarme: "Qui nessun contagio, perché ci stroncate?"

Viene chiesta l'istituzione di una zona gialla locale: rischio proteste illegali da parte degli operatori turistici

Sciatori in montagna

Sciatori in montagna

Schilpario (Bergamo), 19 gennaio 2021 -  Impianti sciistici chiusi, hotel, ristoranti e seconde case in grande affanno a causa delle norme anti-Covid. Una stagione che poteva essere fortunata, grazie alla gran quantità di neve scesa fin dall’inizio dell’inverno, rischia di finire molto male per la Valle di Scalve, soprattutto per Schilpario e Colere, località mete di appassionati provenienti anche da fuori provincia. In valle si respira un’aria tutt’altro che serena, tanto che la Comunità Montana ha inviato una lettera al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte (erroneamente chiamato Antonio, come l’allenatore dell’Inter), al presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana e al prefetto di Bergamo, Enrico Ricci, per sottolineare come, nonostante i comuni montani siano ormai indenni dai contagi, "la continua emanazione di controverse e intempestive normative sta minando la tenuta economica e psicologica della popolazione".

Se la prima ondata di coronavirus ha colpito duro, con un prezzo pesante in termini di contagi e di vittime, la seconda sta mettendo invece in ginocchio la realtà economica. Il timore della Comunità Montana Val di Scalve è che qualcuno, soprattutto tra gli operatori turistici esasperati per la situazione, possa arrivare a compiere atti illegali di protesta.

«Non vorremmo giungere a constatare da spettatori inermi - si legge nella lettera - qualche iniziativa ai margini della legalità, in particolar modo dagli operatori del settore della ristorazione, alberghiero e del commercio, il più colpito dalle prolungate e intermittenti chiusure: ci stiamo adoperando giornalmente affinchè i nostri operatori turistici mantengano un profilo corretto e collaborativo". La Comunità teme che nel settore alberghiero "non tutti possano riaprire dopo la stabilizzazione della situazione sanitaria" e insiste sul settore sciistico costretto a chiudere nonostante "investimenti già fatti per adeguarsi alla normativa dal punto di vista sanitario".Il documento si conclude con alcune richieste, prima fra tutte l’istituzione di una zona gialla provinciale o sub provinciale, e che nel rispetto di ogni stringente normativa venga consentita l’apertura di ristoranti e negozi in genere, "nonchè venga chiarita la possibilità di giungere nelle località turistico montane per effettuare le attività offerte, come sci da fondo e escursionismo".