Coronavirus, mancata zona rossa: non spetta a Bergamo indagare

Se anche ci fossero elementi per qualche indagine, la competenza sarebbe di Milano o di Roma: è lì, infatti, che sono state prese le decisioni

Coronavirus, posti di blocco nella zona rossa (foto Imagoeconomica)

Coronavirus, posti di blocco nella zona rossa (foto Imagoeconomica)

Bergamo, 4 maggio 2020 - La Procura di Bergamo non aprirà un’inchiesta sulla mancata apertura della zona rossa tra Alzano Lombardo e Nembro, i due comuni della media Valle Seriana maggiormente colpiti dall’epidemia Covid-19, sulla quale si sono rimpallate le responsabilità Governo e Regione Lombardia: ai primi di marzo sembrava imminente, visto che in Bergamasca erano già stati dislocati 300 tra carabinieri e militari dell’esercito.  In Piazza Dante, dove hanno sede gli uffici della Procura della Repubblica, hanno capito che, se anche su questo fronte ci fosse carne al fuoco per qualche indagine, la competenza sarebbe di Milano o di Roma: è lì, infatti, che sono state prese le decisioni di non aprire la zona rossa.

Intanto, però, proseguono le due inchieste per epidemia e omicidio colposi aperte dal procuratore facente funzione Maria Cristina Rota, che indaga con un pool di tre pubblici ministeri. Nei giorni scorsi i carabinieri del Nas di Brescia si sono presentati negli uffici dell’assessorato al Welfare e hanno acquisito documenti relativi all’indagine sul pronto soccorso dell’ospedale di Alzano, che domenica 23 febbraio, dopo quattro ore di chiusura, venne riaperto nonostante fossero arrivati i tamponi positivi dei primi due contagiati ufficiali della Bergamasca. Il pronto soccorso - si chiedono i magistrati - venne adeguatamente sanificato durante le 4 ore in cui rimase chiuso? Furono istituiti percorsi dedicati per i contagiati? E ancora: furono rispettati tutti i protocolli di intervento? E questi protocolli erano sufficienti per contrastare la diffusione del virus? E perché non si riuscì ad individuare prima i pazienti infettati dal coronavirus?

Agli atti è finito il rapporto richiesto dall’assessore regionale al Welfare Giulio Gallera e firmato da Francesco locati, direttore generale dell’Asst Bergamo Est, da cui dipende l’ospedale di Alzano, documento in cui si scrive che l’Asst ha sempre deciso sulla base di indicazioni regionali. L’altra inchiesta della Procura riguarda invece i 1.998 morti nelle 65 Rsa bergamasche dal 1° gennaio agli ultimi giorni di aprile. I militari del Nas anche in questo caso hanno acquisito documentazione in Regione.