Villeggianti con dissenteria: ex sindaco condannato

L’acquedotto era stato contaminato: la pena è di un anno e sette mesi

Santo Cattaneo ex sindaco di Valleve

Santo Cattaneo ex sindaco di Valleve

Bergamo - Siamo a dicembre 2017, Valleve, piccolo comune della Valle Brembana, dove tutti si conoscono. Una settantina di villeggianti, soprattutto milanesi, che avevano le seconde case accusano malori: febbre alta, dissenteria, vomito. Qualcuno va in ospedale a causa di infezioni gastrointestinali dopo aver bevuto l’acqua del rubinetto nella frazione Cambrembo. Una vicenda finita in tribunale; imputato l’allora sindaco di Valleve, Santo Cattaneo. Ieri la lettura della sentenza da parte del giudice Bianca Maria Bianchi che ha condannato Cattaneo (presente in aula) a 1 anno, 7 mesi e 20 giorni riqualificando l’accusa di avvelenamento e lesioni colpose in adulterazione e contraffazione di sostanze alimentari. Per le parti civili sono stati decisi risarcimenti per un ammontare di 100 mila euro. Il pm Laura Cocucci aveva chiesto la condanna dell’ex sindaco a tre anni, il massimo.

Il difensore di Cattaneo, avvocato Enrico Pelillo, l’assoluzione o in subordine il minimo della pena. A rappresentare la parte civile l’avvocato Simone Facchinetti, che ha dichiarato: «Sono soddisfatto della sentenza emessa a favore delle 24 persone offese (una bambina di 13 anni aveva perso una decina di chili) del reato per il quale è stato condannato l’ex sindaco Cattaneo, oltre alla previsione del risarcimento del danno alle persone offese calcolato sommando le spese mediche sostenute per ogni esame e cure, il danno biologico (psico-fisico) per l’invalidità temporanea, e il danno morale. La somma di 100mila euro (circa 4.500 euro a persona) determina in via provvisionale e con la possibilità di agir anche avanti al tribunale civile per ulteriori danni subiti». Il riferimento è agli immobili, le case dei villeggianti che sono state svalutate.

Per il pagamento dei danni dovrebbe intervenire l’assicurazione del comune di Valleve. Il pm nella sua requisitoria aveva accusato l’allora sindaco di non aver disposto la manutenzione del bacino, lasciando così che in qualche modo si infiltrassero parassiti e batteri: «Era stata compiuta la scelta politica di gestire direttamente il servizio per incassare le bollette, per pagare il personale e le manutenzioni, ma l’unica documentata fu di 579,28 euro per le analisi dell’acqua». In effetti, lo stesso Cattaneo aveva spiegato che l’acqua non veniva clorata, perché quella che si beve in montagna è buona e la gente non voleva che si aggiungesse cloro. Con le piogge poteva capitare che il bacino si sporcasse ma poi passava tutto, aveva detto Cattaneo. Se ne occupava il comune della pulizia. Non è stato in grado di dire l’origine di tutto. Ma poi grazie al nuovo sindaco, Lazzarini, è arrivata una spiegazione, la rottura del tappo di cemento messo per bloccare la cameretta che raccoglieva le acque nere in occasione della realizzazione delle nuove fognature. Per il difensore dell’ex sindaco, un fatto imprevedibile.