Atalanta, l’addio di Mattia Caldara. Da oggi torna ad essere un giocatore del Milan

Il ragazzo di Scanzorosciate saluta Bergamo e la Dea

Mattia Caldara difensore dell’Atalanta

Mattia Caldara difensore dell’Atalanta

Bergamo - L’Atalanta da ieri a mezzanotte ha salutato Mattia Caldara, rientrato al Milan a titolo definitivo dopo la scelta del club bergamasco di non riscattarlo alla cifra fissata di 15 milioni. Un arrivederci annunciato, scontato ormai da marzo, che sembra un addio definitivo a livello calcistico. Caldara, classe 1994, ha ancora due anni di contratto con il Milan ed un futuro agonistico tutto da riscrivere, anche se difficilmente ci sarà una terza avventura con la maglia atalantina con cui è cresciuto, dalle prime leve, fino alla Champions. Prodotto del settore giovanile, il debutto in A ventenne con Colantuono, poi un paio di stagioni di apprendistato in B a Cesena e Trapani, Caldara, lanciato da Gasperini nell’ottobre 2016 contro il Napoli da titolare, è stato il primo giocatore bergamasco ad esordire con la maglia atalantina in Champions, la notte della sfida al Meazza a Milano contro il Valencia il 19 febbraio del 2020.

Sempre in Champions ha poi giocato da titolare la gara secca dei quarti di finale a Lisbona contro il Paris St Germain, marcando Icardi prima e Mbappe’ dopo, in quella che resta la sua partita più importante con la Dea.Con la Dea ha collezionato 75 presenze in campionato in cinque stagioni, con 10 reti, segnate nel biennio d’oro tra il 2016-17, quando ha chiuso con sette gol, e il successivo 2017-18: aggiungendo le coppe europee e la Coppa Italia sono 93 i gettoni complessivi da atalantino. Caldara, ceduto nel 2017 alla Juventus che lo ha poi lasciato un’altra stagione in prestito a Bergamo, era passato al Milan nell’estate 2018 nell’ambito della trattativa Bonucci-Higuain, ma in rossonero è stato bersagliato da continui infortuni, facendo appena due apparizioni in un anno e mezzo.

Nel gennaio 2020 il ritorno a Bergamo, con una serie di buone prestazioni nella ripresa estiva dopo il lockdown con l’apice della notte di Lisbona contro il PSG. Quest’anno avrebbe dovuto giocare da titolare, come difensore centrale. Invece a settembre, dopo la prima di campionato a Torino, l’ennesimo infortunio, al tendine rotuleo del ginocchio, una nuova operazione e uno stop fino a gennaio: nel girone di ritorno Gasperini non lo ha mai inserito nelle rotazioni, utilizzandolo solo in qualche spezzone finale, per appena nove presenze ma nemmeno cento minuti disputati. Il ragazzo di Scanzorosciate saluta Bergamo e l’Atalanta (dove è stimato da tutti per la sua professionalità e lo spirito di gruppo) in sordina, magari in futuro tornerà da dirigente o tecnico, difficile da giocatore.