Cala l’occupazione in Svizzera: diminuiscono i frontalieri

Persi in tre mesi nel solo Canton Ticino mille lavoratori italiani

Sono oltre 60mila i frontalieri in Ticino, 26mila sono varesini

Sono oltre 60mila i frontalieri in Ticino, 26mila sono varesini

Lavena Ponte Tresa (Varese) 25 marzo 2015 - Sono un migliaio i lavoratori frontalieri in Ticino persi nell’ultimo trimestre. Un dato diffuso dall’Ufficio federale di statistica che, malgrado si registri un aumento complessivo su base annuale dei lavoratori stranieri frontalieri presenti nel cantone a noi confinante, 61.593 nel 2014, con una percentuale in crescita del 3,1% rispetto all’anno precedente (idem a livello nazionale, dove i lavoratori che abitano oltre frontiera sono 287.100 unità) sul fine dell’anno ha subito un’insolita frenata.

A livello trimestrale, quindi, il numero dei frontalieri è in calo, un fenomeno che dal 2007 si è verificato altre due volte: così negli ultimi tre mesi del 2014 i frontalieri sono stati 61.593 contro i 62.481 del terzo trimestre. A fine febbraio in Svizzera, inoltre, erano interessate dalla disoccupazione parziale 10.000 persone, il doppio rispetto al mese precedente.

Due dati che, uniti alla frenata dell’economia svizzera determinata dall’impennata avuta dal franco dopo la liberalizzazione del tasso di cambio sull’euro, non fanno stare tranquilli al di qui del confine. «Al di là della frenata dell’ultimo trimestre del 2014 - spiega il sindaco di Lavena Ponte Tresa, Pietro Roncoroni - il dato va visto nel suo insieme: il 2014 si è chiuso con un aumento dei frontalieri, non so invece cosa accadrà nel 2015. Il trend di crescita dei frontalieri si sta rallentando e probabilmente arrestando del tutto se non diminuendo per via del franco forte. Sono dati quindi che ci aspettavamo: non avvisiamo ancora una crisi, ma temiamo possa esserci, malgrado come comuni di frontiera stiamo godendo del fenomeno opposto che porta i nostri locali e ristoranti a vivere un vero e proprio boom di vendite».

Per il presidente della Provincia, e sindaco di Cantello, Gunnar Vincenzi, «sicuramente il nuovo cambio ha modificato l’equilibro preesistente, le conseguenze per i frontalieri sono state più negative che positive, e sono molte le attività che hanno diminuito la propria forza lavoro. Per il futuro, però, il fenomeno pare si sia già stabilizzato e non credo che all’orizzonte possano esserci ulteriori conseguenze negative».