Vaprio, albanese ucciso: fermati tre connazionali accusati di sei furti in casa

Sono tre amici che avrebbero partecipato a sei furti in casa nell'hinterland di Milano e nella Bergamasca ma non ci sono prove che fossero quel 20 ottobre in casa di Sicignano

La villetta di Vaprio d'Adda (Newpress)

La villetta di Vaprio d'Adda (Newpress)

Canonica d'Adda, 4 dicembre 2015 - I carabinieri di Monza hanno fermato tre albanesi amici di Gjergi Gjonj, il ladro 22enne ucciso lo scorso 20 ottobre con un colpo di pistola dal pensionato Francesco Sicignano a Vaprio d'Adda (Milano). Sono in corso gli accertamenti, coordinati dal pm di Milano Antonio Pastore, titolare dell'inchiesta, per chiarire se avessero partecipato al furto sfociato nella morte del 22enne anche se per ora non sono emersi elementi. Sono accusati di sei furti in appartamento commessi tra l'8 e il 16 novembre.

I carabinieri sono arrivati a loro attraverso intercettazioni telefoniche, in cui i tre albanesi parlavano frequentemente del connazionale ucciso da Francesco Sicignano. I tre albanesi sono stati fermati in un bar a Canonica d'Adda (Bergamo), paese confinante con Vaprio d'Adda, che si trova invece in provincia di Milano. I furti di cui sono accusati sono avvenuti a Trezzano sul Naviglio (Milano) e nella Bergamasca, a Mozzo, Boltiere, Curno, Fara d'Adda e Pontirolo. Gjergi Gjonj avrebbe agito a Vaprio d'Adda insieme ad alcuni complici che, dopo la sparatoria, sono fuggiti. Non è chiaro, però, se si trattasse dei tre amici fermati dai carabinieri. Sicignano è indagato per omicidio volontario, ma presto l'accusa potrebbe essere derubricata in omicidio colposo con eccesso colposo in legittima difesa. Dagli accertamenti affidati dal pm Pastore al medico legale e ai carabinieri del Ris di Parma è emerso infatti che l'uomo potrebbe aver sparato all'albanese all'interno della casa e il 22enne, agonizzante, sarebbe riuscito a trascinarsi fino alle scale esterne, dove è morto. Una ricostruzione, dunque, diversa rispetto alle prime ipotesi investigative, secondo le quali Sicignano avrebbe sparato sulle scale esterne.