Trezzano, tombe profanate: le famiglie si coalizzano

Indagini dei carabinieri al campo santo, sono 95 i loculi presi di mira: parte un esposto collettivo

Il cimitero di Trezzano sul Naviglio

Il cimitero di Trezzano sul Naviglio

Trezzano sul Naviglio (Milano), 24 aprile 2016 - «Stiamo già predisponendo tutti gli atti affinché i cimiteri di via Fucini e via Rimembranze siano costantemente monitorati da telecamere. Non possiamo permettere che si verifichino, nuovamente, questo genere di episodi, vili e senza rispetto».

Il sindaco Fabio Bottero non ha dubbi sulle misure da adottare dopo l’incursione vandalica che lo scorso 14 aprile ha visto nel mirino di una gang di malviventi il campo santo di via Fucini, con la devastazione di ben novantacinque tombe tra cappelle di famiglie e sepolcri a terra. Un dato agghiacciante per la comunità trezzanese che, in questi giorni, riuscirà forse ad archiviare, per quanto possibile, una brutta pagina della storia locale.

Proprio nelle scorse ore, infatti, sono ultimati i sopralluoghi e il bilancio è senza precedenti nella cittadina del Sud Ovest milanese. Dopo aver fatto un censimento delle tombe colpite dai danni è stata sporta una denuncia collettiva. La prima parte di un lavoro che ancora non è ultimato.

«Copia della denuncia può essere ritirata, dalle famiglie che hanno subito il danno, presso l’Ufficio Concessioni Cimiteriali – spiegano dall’amministrazione – dove possono anche lasciare un recapito telefonico per essere contattati e informati a seguito accertamenti che l’ufficio sta predisponendo, con il servizio assicurazioni, per appurare la copertura assicurativa del Comune contro atti vandalici».

Infatti, una delle conseguenze della profanazione avvenuta più di una settimana fa, oltre ai danni emotivi nei confronti delle famiglie dei cari estinti sepolti a Trezzano, sono i danni economici. In molti casi i malviventi si sono limitati a portare via fioriere di bronzo o di rame ma, in molti altri, hanno sdradicato statue dal valore non indifferente e rovinato marmi e lapidi pur di riuscire nel loro intento, nel loro saccheggio senza scrupoli. Per non parlare delle tubazioni e di tutti i materiali di rame delle parti comuni che sono state rubate.

Oltre all’aspetto burocratico che fa il suo corso, di pari passo vanno avanti le indagini dei carabinieri. Ad oggi, l’unica certezza è che la gang è entrata in azione tra le 19 e le sei di mattina, l’ora in cui è chiuso il campo santo. L’ipotesi è che i malviventi, almeno tre, abbiano atteso il buio per forzare l’accesso ed entrare prima a piedi, poi con un furgone per portar via la mercanzia racimolata.