Pantigliate, nessun salvagente per il centro sportivo

Il sindaco di Pantigliate, Claudio Veneziano: recedere dal contratto era l'unica strada. L'incarico allo studio legale è stato affidato in emergenza perché i tempi stringono di Valeria Giacomello

Una piscina

Una piscina

Pantigliate, 17 agosto 2014 - «Non stiamo affatto temporeggiando, la soluzione del problema palazzetto è per noi della massima priorità». Così Claudio Veneziano, sindaco di Pantigliate, ai cittadini preoccupati della chiusura definitiva del centro sportivo attesa per fine agosto. Dopo l’ormai famoso comunicato stampa rilasciato a luglio, che tanto scalpore aveva provocato per le parole di dura condanna, gli unici a parlare per l’amministrazione comunale sono stati gli atti burocratici, dall’incarico urgente a uno studio legale fino a una delibera di giunta con la quale si dava il via al procedimento per il recesso dai contratti stipulati con il gestore degli impianti, la fallita Biffi Spa. Una presa di posizione forte che ha suscitato perplessità in molti cittadini che avrebbero preferito la linea del confronto con il curatore fallimentare per evitare lunghe e costose cause legali. «Abbiamo valutato tutte le opzioni — assicura Veneziano — e abbiamo preso decisioni a ragion veduta. L’apparente stato di stallo è dovuto alla complessità della situazione generale che si è venuta a creare nel tempo e che è esplosa a seguito del fallimento di Biffi. In realtà stiamo dipanando la matassa, ci muoviamo con i piedi di piombo per tutelare al massimo gli interessi dei cittadini e non sicuramente per mancanza di trasparenza». Sul tema della trasparenza un sospetto nasce: l’avviso di selezione pubblica per un incarico legale comparso sull’albo pretorio comunale a fine luglio è apparso ai più come un tentativo per aggirare le irregolarità del precedente atto di giunta che con procedura speciale affidava l’incarico allo Studio Angiolini & Associati. «Nessun sotterfugio — rassicura il sindaco —, ci siamo resi conto che i responsabili del settore tecnico avevano preso precauzioni esagerate, ritenendo che lo stato di urgenza che aveva motivato la nomina dell’avvocato Angiolini fosse decaduto. Dopo un’attenta valutazione abbiamo deciso di confermare il mandato allo studio già incaricato perché la situazione di urgenza permane. Non più sulla necessità di assicurare la continuità dei servizi ma sulle procedure da adottare in tempi rapidissimi per tutelare gli interessi dei cittadini. Tempi che non permetterebbero ad altri studi legali di entrare in corsa su una situazione così complessa da analizzare. Ad esempio, per preparare la documentazione necessaria alla richiesta di inserimento nell’elenco dei creditori di Biffi abbiamo dovuto lavorare in tutta velocità per presentare la domanda entro la scadenza dei termini e la conoscenza del caso acquisita dallo studio Angiolini è stata indispensabile».  Dai banchi dell’opposizione premono: sarebbe stato possibile perseguire altre vie per ripristinare da subito l’utilizzo del bene da parte dei cittadini. «Siamo disposti ad accettare consigli e pareri — replica Veneziano — se questo può portare a una soluzione più rapida del problema, basta che queste soluzioni, al di là delle polemiche, siano orientate verso il benessere dei nostri cittadini».