Paderno, bimbi e genitori uniti nella protesta: "Cinque maestre in un solo mese"

Alle elementari De Marchi le supplenti si alternano a singhiozzo

Una scuola elementare (foto di repertorio)

Una scuola elementare (foto di repertorio)

paderno Dugnano (Milano), 6 ottobre 2016 - Protestano anche i bambini. Niente scuola ieri mattina per la Terza A delle elementari De Marchi di via IV Novembre, dove genitori e figli hanno inscenato una protesta contro la situazione di precarietà dovuta al valzer delle maestre che perdura da due anni. «Già l’anno scorso abbiamo dovuto cambiare ben sette insegnanti d’italiano – spiega Daniele Colombo, rappresentante di classe – e quest’anno, a un mese dall’inizio della scuola, ne abbiamo già cambiate cinque. Questo è il frutto della Buona scuola di Renzi che ci sta portando davvero alla disperazione. La maestra residente a Napoli assegnata alla classe, dopo pochi giorni ha chiesto il trasferimento e fatto ricorso e poi è entrata in malattia. Questa la ragione per cui continuano a susseguirsi maestre diverse, dato che la malattia non è lunga a tal punto da garantire una sola supplenza, ma viene confermata praticamente di settimana in settimana. I nostri figli ci chiedono di fare qualcosa, qualcuno ci chiede di scrivere al Provveditorato, altri ci danno segnali importanti chiedendoci di non venire a scuola e di restare a casa. Avere un’insegnante di riferimento diventa fondamentale e non sappiamo più cosa fare. Ci sono anche bambini con problemi di apprendimento – conclude Colombo – che meritano un’attenzione maggiore. Avevo provato a chiedere un appuntamento alla preside nei giorni scorsi ma invano: così è nata l’idea della protesta».

«Anche noi vogliamo una maestra», la scritta che grandi e bambini ieri mattina riportavano sulla maglietta indossata durante la manifestazione. Manifestazione che inizialmente la dirigente Rosa Di Rago ha provato a far tacere, sormontandola con la propria voce amplificata da una cassa cui era collegato un microfono, ma che poi non ha potuto non ascoltare. «Siamo stati convocati nel suo ufficio dopo un’ora – racconta Luca Cozzi, papà di una bambina della classe – e là ci ha praticamente detto di non poter fare nulla per noi. L’anno scorso ci ha detto che sono andati in pensione 14 insegnanti e a oggi la situazione è simile per molte classi, il nostro non è un caso isolato. La conseguenza è che ci troviamo davanti a una situazione assurda, dove gli stessi nostri figli ci chiedono aiuto. Chi può permetterselo sta valutando di spostare il bambino in una scuola privata, anche perché sembra che la burocrazia prima di gennaio non possa far nulla per noi. È un vero peccato però che la scuola pubblica non riesca a venirci incontro in alcun modo».

 

QUESTO IL GRIDO di allarme dei genitori che sono sempre più sfiduciati e che non sanno più a chi appellarsi per garantire ai loro figli una scuola di qualità che sicuramente non può prescindere dalla continuità dell’insegnamento.