A Cinisello ultima chiamata per 186 lavoratori: Call&Call vuole chiudere la sede

I dipendenti rischiano il licenziamento collettivo. L'azienda vuol trasferire al Sud l'attività

A rischio il lavoro per i 186 dipendenti

A rischio il lavoro per i 186 dipendenti

Cinisello Balsamo (Milano), 17 aprile 2015 - Licenziamento collettivo. È il rischio per i186 lavoratori della Call&Call di Cinisello Balsamo, azienda che opera nel segmento dei servizi customer care con sede in via Cantù, aperta nel 2002 dall’attuale presidente nonché socio di maggioranza Umberto Costamagna.Che, insieme alla dirigenza del suo gruppo, ha deciso di delocalizzare il servizio, non spostandosi all’estero bensì incrementando il lavoro nelle sedi di Locri e di Roma. Un fulmine a ciel sereno che ha aperto uno squarcio nelle vite delle 186 persone che lavorano nel call center cinisellese. "La decisione ci è stata comunicata all’improvvisola scorsa settimana. Ci ha lasciato di stucco perché il lavoro non manca. Non abbiamo perso nessuna commessa", spiega Luca Ferrara rsu per Uilcom-Uil.

Da giugno 2014 i lavoratori della Call&Call sono in contratto di solidarietà. "Abbiamo firmato il contratto lo scorso anno per evitare 41 licenziamenti", aggiunge Ferrara. La scorsa settimana però è arrivato l’annuncio della volontà di chiudere la sede cinisellese che opera nel settore bancario e finanziario per clienti di primissimo ordine. "Noi abbiamo fatto sacrifici, ci siamo tagliati lo stipendio. E nonostante questo ora ci comunicano che la società vuole lasciarci a casa per spostare il servizio al Sud. Non ci stiamo, anche perché gli ammortizzatori sociali utilizzati grazie al contratto di solidarietà non sono stati usati totalmente dall’azienda, a conferma che il lavoro non manca, nonostante il presidente dica che il bilancio è in negativo di circa un milione". I lavoratori, la scorsa settimana, hanno scioperato e manifestatofuori dai cancelli dell’azienda. Non solo: hanno scritto una lettera aperta al Cda che è stata letta anche alla Conferenza nazionale dei call center di Taranto. E annunciano nuove agitazioni, come quella prevista domenica in occasione della StraCinisello.

La decisione della società suona ancor più strana se si tiene conto che meno di un mese fa il presidente Costamagna era stato intervistato durante la trasmissione di Tv2000 "Siamo noi" che lo aveva presentato come esempio di imprenditore virtuoso. "Si può fare impresa in modo diverso anche nel difficile mondo dei call center" aveva detto Costamagna davanti alle telecamere. "Oggi suona come una beffa», dicono i lavoratori Call&Call a rivedere quel filmato. 

Ad accendere i riflettori sul caso della Call&Call a livello politico è stato il capogruppo della Lega Giacomo Ghilardi che, dopo aver preso parte alla manifestazione della scorsa settimana, ha protocollato agli uffici comunali una mozione urgente da discutere in Consiglio comunale affinché anche l’amministrazione possa dare il proprio contributo per cercare di salvare i 186 posti di lavoro.