Bresso, Enac fa decollare l’aeroporto. Semaforo verde ai voli business

Può diventare lo scalo di Milano per uomini d’affari. I sindaci: "Accordi violati"

E' scontro sul futuro dello scalo

E' scontro sul futuro dello scalo

Bresso (Milano), 19 giugno 2016 - "L'aeroporto di Milano-Bresso è aperto al traffico comunitario civile di Aviazione generale e aerotaxi". Questa indicazione è contenuta nella bozza di regolamento aeroportuale emanata da Enac e che, salvo ripensamenti dell’ultim’ora, entrerà in vigore dal primo luglio prossimo. In concreto, tra poco più di 10 giorni, l’aeroporto di Bresso aprirà la sua pista ai voli commerciali trasgredendo tutti gli accordi e i protocolli d’intesa sottoscritti fino ad oggi dalla politica. Un colpo di mano, secondo gli amministratori locali che chiedono il rispetto dei protocolli già firmati al ministero dei Trasporti nel 2007. Per Enac una naturale applicazione delle norme aviazione generale che comprendono questo aeroporto nella geografica degli scali di aviazione generale, alla stessa stregua di aeroporti come Linate o Fiumicino.

Ciò che conta è che dal primo luglio cadranno molti dei vincoli e dei limiti che fino a oggi hanno relegato questo campovolo a tranquillo "scalo turistico", aprendo la pista al decollo e all’atterraggio dei cosiddetti Aerotaxi, ossia voli commerciali con un numero indeterminato di passeggeri provenienti da ogni parte del mondo. Il sindaco di Bresso Ugo Vecchiarelli si è già detto pronto a fermare con ogni mezzo la violazione dei patti assunti nel 2007. Venerdì ha incontrato il prefetto Alessandro Marangoni auspicando un tavolo di confronto con Enac. Ha informato tutti i sindaci del Nord Milano, pronti a una levata di scudi. Sia chiaro, non vedremo grandi aerei di linea, né velivoli jet, in quanto la pista è assai corta per aerei troppo veloci e pesanti. Tuttavia, rispetto ai piccoli mono e bimotore privati che oggi utilizzano lo scalo per fini didattici e turistici, il cambio di rotta potrebbe essere abissale. Bresso potrebbe diventare il vero aeroporto di Milano per ricchi uomini d’affari che potrebbero atterrare a 5 minuti dal centro città. A questo punto ripescare il vecchio progetto che prevedeva l’introduzione di aerei passeggeri a decollo verticale sarebbe un gioco da ragazzi. Soprattutto ora che il campovolo è stato spezzettato e affidato a diverse società commerciali, come la napoletana Sky Service, che hanno offerto canoni elevatissimi rispetto alla concorrenza, evidentemente ipotizzando già un imminente sfruttamento commerciale.

Un vero schiaffo alla popolazione del Nord Milano che da oltre un ventennio ha accettato di buon grado di "sopportare" la presenza dell’aeroporto a poche decine di metri dai palazzi, a patto che non sarebbe mai divenuto uno scalo business, con un traffico ben più elevato. Una deregulation annunciata. Già lo scorso anno, l’applicazione di una circolare di Enac aveva consentito l’atterraggio di alcuni Aerotaxi con qualche decina di passeggeri, in barba alle "regole prudenziali" dettate dalla presenza di una pista di atterraggio di dimensioni ridotte e di un sistema di sicurezza e antincendio non adatto a voli di dimensioni elevate. In occasione di Expo il campovolo di Bresso era finito nella bufera proprio per la carenza di sicurezza e di controllo che ne faceva una pedina appetibile per il terrorismo. Venne chiuso per decreto prefettizio per tutti i sei mesi dell’Esposizione universale.