Sanzioni Uber, la protesta dei tassisti: blocchi ai posteggi in Centrale e a Linate

L'ala dura dei conducenti, senza il via libera dei sindacati di categoria, sta protestando contro l'applicazione delle sanzioni minime agli autisti di Uber. Viminale: nessuna "circolare Alfano", sanzioni confermate di NICOLA PALMA

Protesta dei tassisti a Milano

Protesta dei tassisti a Milano

Milano, 4 maggio 2016 - Torna la protesta spontanea tra i tassisti milanesi. Nella notte sono scattati i blocchi ai posteggi della stazione Centrale (lato Luigi di Savoia) e all'aeroporto di Linate. L'ala dura dei conducenti, senza il via libera dei sindacati di categoria, ha protestato contro la circolare del ministero dell'Interno che un mese fa ha suggerito alla polizia stradale di applicare le sanzioni minime agli autisti di Uber in assenza di una normativa chiara sulle nuove piattaforme web che mettono in contatto autisti e utenti.

L'assessore alla Sicurezza e Coesione sociale del Comune di Milano, Marco Granelli, ha ribadito, dal suo profilo Facebook che "alcuni taxisti stanno protestando su una circolare interpretativa del Ministero sostenendo che blocca le sanzioni che Polizia Locale fa a Uberpop, ma che il Comune di Milano e la Polizia Locale di Milano continuano a sanzionare Uberpop perché il Tribunale di Milano ci ha dato ragione con diverse sentenze e quindi procediamo". "La nota del Ministero - ha proseguito Granelli -, non indirizzata ai Comuni, commenta una sentenza del Consiglio di Stato che chiede maggiore chiarezza normativa, ma non dice che le sanzioni sono nulle". "Questo - ha concluso - è il risultato di un incontro interno del Comune di Milano che ha individuato anche indicazioni operative per ufficiali e agenti di Polizia Locale confermando che devono sanzionare. Quindi il problema non esiste".

Nel pomeriggio sulla vicenda è intervenuto Viminale: il Ministero dell'Interno ha confermato le sanzioni previste dal Codice della strada per chi "usa un mezzo privato per svolgere un servizio pubblico non autorizzato" e ha smentito l'esistenza di una circolare del ministro Angelino Alfano che consenta di non sanzionare il sevizio Uber. "La linea già stabilita da diverse Prefetture di contrastare in maniera chiara chi utilizza un mezzo privato per svolgere un servizio pubblico non autorizzato, resta pienamente confermata - si legge -. Non esiste, infatti, nessuna circolare 'Alfano' che consentirebbe di non sanzionare il servizio 'Uber pop', semmai esiste una circolare del Dipartimento di pubblica sicurezza, inviata, l'11 marzo del 2016, ai dirigenti dei Compartimenti di polizia stradale, con il chiaro intento di trasmettere il parere del Consiglio di Stato secondo il quale viene mantenuta l'applicabilità della sanzione prevista dall'articolo 82 del codice della strada - laddove venga accertato l'utilizzo del veicolo per una destinazione o uso diversi da quelli indicati sulla carta di circolazione - nei confronti del conducente del veicolo, utilizzato per trasporto di persone ed effettuato attraverso nuove forme di organizzazione e gestione telematica 'Uber e Uber pop'".  In particolare, "è bene sottolineare che la sanzione di cui al citato articolo 82 - sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 84 a euro 335 cui consegue anche quella accessoria della sospensione della carta di circolazione da 1 a 6 mesi che, in caso di recidiva, va dai 6 ai 12 mesi - non rappresenta una sanzione minima né l'attuazione di una linea morbida quanto l'individuazione di una fattispecie certa e tipica, a legislazione vigente, applicabile all'ipotesi di violazione".

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