Allarme smog a Milano: "In troppi hanno dormito e ora rischiamo di soffocare"

Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia

Allarme smog a Milano

Allarme smog a Milano

Milano, 22 ottobre 2017 - «Tutte le misure strutturali antismog in questo momento sono in ritardo. E i provvedimenti d’emergenza sono dei palliativi. Bisogna fare qualcosa, in fretta, per non morire soffocati». Non usa mezzi termini Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia, all’undicesimo giorno consecutivo di superamento dei limiti del Pm10 a Milano (59 dall’inizio dell’anno) con una concentrazione di polveri sottili che ha raggiunto il picco di 116 microgrammi per metro cubo.

Cosa suggerisce?

«Bloccare i veicoli più inquinanti prima che si arrivi a una fase critica. Diesel euro 3 già nei primi giorni di sforamento dei limiti ed euro 4 subito dopo, se i valori non si dovessero abbassare. E limitare pure la circolazione dei veicoli commerciali. Insomma, bloccare tutti i diesel da subito, questa emergenza ci è servita a comprendere che le misure a step sono inefficaci, si può e si deve fare di più. Le misure temporanee per il blocco della circolazione ora attuate rispettano l’accordo di programma del bacino padano adottato dalla Regione Lombardia con Piemonte, Veneto, Emilia-Romagna e il ministero dell’Ambiente. Ma io lo considero il minimo. E poi ci sono troppe lacune nei controlli sulle temperature negli edifici, sulle auto in circolazione e sulle caldaie».

Serve più decisione dunque?

«Sì. L’invito è sempre lo stesso: la Regione deve mettere in campo misure ancora più evolute, ad esempio mettendo al bando i motori più inquinanti come i diesel. E poi è importante che si attivino pure i piccoli Comuni, anche se non sono obbligati a prendere provvedimenti. Occorre anche mettere a disposizione qualche finanziamento utile ai Comuni per sostenere i controlli».

Quali sono le «misure strutturali antismog in ritardo?

«Intanto quelle che riguardano la pianificazione delle aree urbane, con Zone 30 e Ztl. Poi lo sviluppo della mobilità sostenibile e gli incentivi all’utilizzo del trasporto pubblico. Se è relativamente semplice spostarsi dall’hinterland a Milano, non lo è viaggiare da un comune all’altro. Non si è investito abbastanza e ora ci troviamo soffocati da una cappa di smog: che bisogna fare per correre ai ripari, consentire di viaggiare gratis sui mezzi per non aver agito per tempo? Senza considerare la mancata sostituzione degli impianti di riscaldamento dei vecchi stabili: a Milano ci sono quasi tremila caldaie a gasolio. Per adesso si è solo fatto un bando per sostituirle».

Cosa può fare ciascuno di noi, nel suo piccolo?

«Ogni cittadino può fare tanto. Ad esempio usare l’auto il meno possibile, soprattutto se diesel. In casa non superare mai i 19, massimo 20 gradi. Ancora: accompagnare i bambini a scuola a piedi. Ci sono tanti gruppi di Pedibus. Erroneamente spesso si crede di far respirare aria migliore ai piccoli accompagnandoli in auto: in realtà si crea un picco di concentrazione di smog all’ingresso e all’uscita da scuola».

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