Ragazzo sfregiato con l'acido, pm: Martina premeditò tentativo di evirazione

Nelle scorse ore alla coppia sono stati contestati anche i reati di tentate lesioni, rapina e ricettazione in merito ad altri episodi datati tra il 15 e il 25 novembre scorso

Nella foto distribuita dalla Polizia, Alexander Boettcher e Martina Levato (Ansa)

Nella foto distribuita dalla Polizia, Alexander Boettcher e Martina Levato (Ansa)

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Milano, 16 gennaio 2015 - Dal carcere Martina Levato, la giovane bocconiana arrestata con Alexander Boettcher per aver aggredito con dell'acido Pietro Barbini e indagata per altri episodi simili, spiega che non ha mai conosciuto e non ha mai avuto «contatti» con G. C., vittima, secondo i pm milanesi, di un tentativo di aggressione da parte della coppia lo scorso 15 novembre in via Nino Bixio, sempre a Milano. "Abbiamo parlato questa mattina con la sig. Martina Levato - chiariscono i suoi difensori, gli avvocati Paola Bonelli e Marziano Pontin in un comunicato - la quale esclude ogni sua responsabilità con riguardo ai fatti per cui ieri sono state eseguite alcune perquisizioni". Stando a quanto riferito dai legali la ragazza "esclude, altresì, di conoscere e di avere avuto contatti di alcun tipo con la persona offesa indicata nel decreto di perquisizione". Anche Alexander Boettcher sostiene di non conoscere G. C.. Il giovane ha incontrato in carcere per la prima volta il suo nuovo difensore, l'avvocato Ermanno Gorpia. 

G. C.,  è stato sentito nuovamente dagli investigatori dopo le perquisizioni di ieri nelle abitazioni dei due e nelle loro auto. L'uomo era stato avvicinato in via Nino Bixio, a Milano, da due persone che avevano i volti coperti con parrucche e sciarpe. Da quanto si è saputo, sarebbe stato convocato per una nuova testimonianza e chiamato a riconoscere gli oggetti, come alcune parrucche appunto, trovati nel corso delle perquisizioni a carico della coppia. 

IL TENTATIVO DI EVIRAZIONE - Nel frattempo è stata formalizzata una nuova accusa a carico di Martina LevatoLa giovane, infatti, è accusata anche di lesioni aggravate dalla premeditazione per aver tentato di evirare nel maggio 2014 un altro giovane che aveva avuto una relazione con lei. Deve rispondere anche di calunnia, perché poi disse che era stato il ragazzo a cercare di aggredirla. In relazione, al presunto tentativo di evirazione di un altro giovane, la difesa spiega che quel giorno la stessa Martina Levato "è stata ricoverata presso un pronto soccorso". Dal referto medico, chiariscono i difensori, risulta un «riferito tentativo di violenza da persona nota percossa al volto con pugni» con una prognosi di "30 giorni", da "ridefinire dopo colloquio con psicologa del centro violenze sessuali". Di tale "ultima e documentata circostanza"concludono i legali, "la Procura di Milano era già a conoscenza"