Trezzo, il sindaco leghista stoppa il parroco: niente moschea nell’ex oratorio

Don Cereda vuole riconvertire a sede per associazioni religiose l'edificio di via Veneto chiuso da anni

L’ex struttura femminile potrebbe diventare sede culturale

L’ex struttura femminile potrebbe diventare sede culturale

Trezzo sull'Adda (Milano), 29 luglio 2016 - Comune contro parrocchia. Non sono però le belle atmosfere del Dopoguerra di Brescello con don Camillo e Peppone a scaldare gli animi sull’Adda. Oggi il sindaco è leghista, il parroco laureato e sono entrati irrimediabilmente in rotta di collisione sulla «moschea di Trezzo». Così il Carroccio liquida il progetto di don Alberto Cereda di convertire l’ex oratorio femminile di via Veneto, chiuso da anni, in una sede per associazioni culturali e religiose. Un’idea messa nera su bianco nel bollettino della comunità, che ha fatto saltare sulla sedia il sindaco Danilo Villa e tutto lo stato maggiore del partito.

«Non facciamo finte operazioni, le regole devono valere per tutti – attacca il segretario cittadino dei lumbard Severino Tiraboschi – Il parroco si occupi di anime, ai problemi di ordine pubblico provvede l’amministrazione. Sappiamo che dietro l’idea del centro culturale c’è altro: una moschea a tutti gli effetti. Abusiva, va da sé». La paura è che si ripeta il caso Inzago. «Anche il luogo dove pregavano Fatima e suo padre era un centro culturale», fa notare Villa. La parrocchia aveva già risolto l’assenza di un posto dove celebrare il Ramadan mettendo a disposizione i portici di fronte alla chiesa.

«Ma ora stiamo andando oltre – avvisa Tiraboschi – e per di più riutilizzando un edificio chiuso per motivi di sicurezza. Neanche gli scout hanno più potuto usare il vecchio oratorio. Non permetteremo a nessuno fughe in avanti in barba alle regole», avvisa la Lega. «Gli stranieri sono il 10% della popolazione (12mila abitanti), meno della metà è musulmano praticante. Non c’è affatto bisogno di una moschea», chiude il sindaco. La battaglia è solo all’inizio.