Allevamenti di suini, la Lav: "Stop alla castrazione chirurgica"

"Le cruente 'abitudini' negli allevamenti di maiali" è il titolo dell'inchiesta, condotta "sotto copertura", tra giugno 2015 e gennaio 2016 in allevamenti delle province di Brescia, Cremona, Lodi e Mantova

Maialini in una foto Olycom

Maialini in una foto Olycom

Mantova, 11 marzo 2016 - Una nuova investigazione della Lav, Lega anti vivisezione, è stata presentata il 10 marzo presso il Parlamento Europeo di Strasburgo, dal vicepresidente dell'associazione, Roberto Bennati, nel corso di un incontro dell'Intergruppo per il benessere e la protezione degli animali. La denuncia riguarda il trattamento che i maiali, nati da meno di una settimana, subiscono negli allevamenti lombardi. "Le cruente 'abitudini' negli allevamenti di maiali" e' il titolo dell'inchiesta, condotta "sotto copertura", tra giugno 2015 e gennaio 2016 in allevamenti delle province di Brescia, Cremona, Lodi e Mantova, dove la squadra investigativa della Lav è riuscita a raccogliere testimonianze senza precedenti su una pratica cruenta, invasiva e generalizzata: la castrazione dei suinetti. Questa mutilazione - così come il taglio della coda o la troncatura dei denti da latte - viene effettuata da semplici operatori dell'allevamento e non richiede il ricorso all'anestesia nè la presenza di un medico veterinario, se operata entro il settimo giorno di vita dei cuccioli.

"Nei filmati esclusivi diffusi dalla LAV, le mani degli operai afferrano i suinetti, li maneggiano frettolosamente e con scarsa cura, tenendoli a testa in giù, sotto gli sguardi delle madri, che reagiscono in maniera ossessiva e disperata - il testo del comunicato diffuso dalla Lav -. Le operazioni possono consistere nella castrazione, nel taglio dei denti o della coda, in ripetute iniezioni di ferro. Il taglio dei testicoli viene effettuato senza anestesia, con l’aiuto di un unico bisturi per lo più non sterilizzato, che verrà usato per tutti gli animali. Al termine, i piccoli vengono letteralmente lanciati nei box, con il rischio di provocare loro ulteriori lesioni o traumi, in aggiunta allo stress e al dolore delle mutilazioni. In alcuni casi gli operatori gettano i testicoli o gli altri residui di tessuti mutilati negli stessi box dove sono presenti le scrofe e gli altri suinetti, che se ne nutriranno".