"Lei non ha pagato le tasse". Email truffa, il pc è a rischio

Crema, il mittente è un finto procuratore della Repubblica di PIER GIORGIO RUGGERI

Polizia postale

Polizia postale

Crema, 1 giugno 2016 - C'è una nuova truffa on line che mette in serio pericolo le coronarie di chi la riceve perché, a prima vista, sembra una minaccia estremamente reale che porta subito al blocco del conto corrente e del patrimonio immobiliare e ben presto addirittura all’arresto. Perché, secondo l’annuncio, chi la riceve è stato trovato in grave difetto: non ha pagato le tasse e viene anche accusato di concorso in riciclaggio di denaro. La e-mail, inviata da un fantomatico procuratore della Repubblica di un tribunale ordinario, che non viene citato (e qui sta il primo indizio che si tratti di una truffa), mette però in condizione chi la riceve di rimediare. Fornisce il numero della causa nella quale si discuteranno i guai seri del destinatario e poi indica il modo di uscirne, o per lo meno che cosa fare. Basta cliccare sul link. E chi lo fa è perduto. O, per lo meno, è perduto il suo computer con tanto di banca dati sparita.

La e-mail truffaldina sta arrivando a parecchie persone, giornalisti e, pare, magistrati compresi. Inquietante anche il mittente che recita come indirizzo email quello di un funzionario del Comune di Crema, persona inesistente, naturalmente, ma vallo a sapere tra 250 dipendenti del Comune... In bella mostra nella e-mail, con tanto di riquadro, c’è la specifica che la missiva viene inviata perché il destinario è sottoposto a indagini e, ancora più drammatico, chi riceve la e-mail viene avvertito che può anche non presentarsi al processo (del quale può sapere cliccando sul famoso e mortifero link), ma sappia che rischia una condanna fino a 15 anni di galera e la confisca immediata di tutti i beni. Altro? Sì, tempi strettissimi probabilmente per non dare modo al ricevente di controllare, perché la missiva arriva oggi e il tempo scade domani. Quali sono i punti deboli che possono farci scoprire la truffa? Per prima cosa nessun tribunale manda e-mail di questo genere. Poi non è citato né il tribunale né la procura. Infine, non si sa perché l’e-mail di partenza fa riferimento a un indirizzo del Comune. E quando mai i tribunali danno come riferimento un Comune? Infine, un po’ più sottile, nella e-mail si dice che cliccando sul famoso link si troveranno tutte le istruzioni per ricorrere in appello. Ma se non siamo ancora in presenza di una prima condanna, come si fa a ricorrere in appello? Ultimo, non è escluso che, una volta cliccato sul famoso link, il computer vada in bambola e non ci arrivi una richiesta di riscatto per farcelo tornare a posto. Avvertite la polizia postale che sta cercando di individuare da dove e chi spedisce queste e-mail.