Ancora profughi, a Cremona 24 nuovi arrivi "smistati" anche a Salvirola e Capralba

umeri che parlano di oltre 200 persone molte delle quali, circa tre quarti, arrivano e si fermano per pochi giorni, per poi ripartire verso i Paesi del Nord, dove è più facile trovare lavoro e dove in molti hanno parenti e amici che li attendono di Pier Giorgio Ruggeri

Alcuni profughi (Foto Schicchi)

Alcuni profughi (Foto Schicchi)

Crema, 14 settembre 2014 -  Sono 24 i profughi siriani arrivati l’altra notte a Cremona, alcuni dei quali sono stati dirottati nel Cremasco, precisamente a Salvirola e Capralba dove, pare, si fermeranno solo un paio di notti e poi riprenderanno il loro tragitto verso un mondo migliore. I migranti arrivavano, stremati, da Taranto e sono solo gli ultimi di una lunga carovana che da inizio anno fa tappa dalle nostre parti. Numeri che parlano di oltre 200 persone molte delle quali, circa tre quarti, arrivano e si fermano per pochi giorni, per poi ripartire verso i Paesi del Nord, dove è più facile trovare lavoro e dove in molti hanno parenti e amici che li attendono.

Ma l'emergenza profughi ha messo in ginocchio anche chi fa dell’accoglienza una ragione di essere, come la Caritas e le varie organizzazioni che si occupano di queste persone, prive di tutto, in fuga da guerre e desolazione. Nel Cremonese, come nel Cremasco, ormai è difficile reperire posti letto anche solo per pochi giorni e si può dire che ora c’è spazio solo in piedi. I migranti, comunque, sono regolati dalla Prefettura che si coordina con i vari Comuni della provincia. L’altra notte, quando sono arrivati i profughi siriani, sono stati contattati anche due paesi del Cremasco, Salvirola e Capralba. A Cremona qualche giorno fa i parroci hanno messo a disposizione dei profughi le case parrocchiali dismesse o vuote. A Crema la Caritas e il Comune hanno trovato alcuni spazi per l’emergenza.

«Noi e il Comune – informa don Francesco Gipponi, della Caritas diocesana di Crema – abbiamo una ventina di posti che stiamo gestendo. Non è vero che i profughi arrivano e si fermano poco. Spesso capita che si debbano ospitare famiglie che non sanno dove andare, come capitato di recente. Altre volte il Comune trova spazi dove sistema chi arriva. Ma il flusso è gestito dalla Prefettura, che contatta anche gli alberghi. Ci sono anche i Comuni che aderiscono alle richieste della Prefettura. Forse qualcuno è ingolosito dai 35 euro al giorno per ciascun profugo che lo Stato paga. Ma si deve sapere che ogni profugo ha molte esigenze: deve avere un posto per dormire, per mangiare, per lavarsi e cambiarsi. Spesso arrivano e non hanno nulla e si deve provvedere a tutto. Non è facile».

Inoltre, è necessario gestire le lamentele della persone che abitano vicino ai posti dove queste persone vengono accolte. Non sempre chi arriva ha intenzione di andarsene subito e quando resta capita che possa cozzare con la sensibilità dei residenti. Di qui nascono iniziative di protesta e raccolte firme con lo scopo di tutelare chi nella zona vive e lavora. Una convivenza non sempre facile.