Stefano Parisi a Crema: "Cerco contributi, non adesioni al progetto"

Crema, l’incontro con gli imprenditori e i cittadini

Stefano Parisi, 60 anni, durante la sua visita nella città cremasca al circolo Oriana Fallaci

Stefano Parisi, 60 anni, durante la sua visita nella città cremasca al circolo Oriana Fallaci

Crema, 18 novembre 2016 - Stefano Parisi fa tappa a Crema per il suo tour Megawatt, un giro che vuole in primis far conoscere l’uomo, l’industriale, l’economista e poi il politico, colui che, incidenti di percorso a parte, vorrebbe riprendere in mano le redini di un centrodestra senza più conducente, che ha perso, come sostiene lui, dieci milioni persone e quindi di voti perché non fa più una politica popolare e liberale.

A Crema, invitato dal circolo Oriana Fallaci, incontra prima una ventina di imprenditori, rappresentanti di settore, piccoli artigiani con i loro problemi quotidiani, che lui dice di conoscere molto bene e poi, in serata, i cremaschi che vogliono conoscere il suo progetto politico che comunque non rinuncia a comunicare anche ai convenuti. E dice anche di conoscere la ricetta per uscire da questa situazione di stallo. «Non serve mettere sul piatto 700 milioni per le assunzioni nel Sud – afferma, riferendosi all’ultima trovata del premier Renzi – ma occorrono sviluppo e investimenti. Non serve governare con slogan, come fa Renzi, che ormai è nella fase calante della sua parabola, ma serve radicarci su valori certi, come la famiglia, la cultura. Non serve penalizzare chi ha successo, ma invece si deve valorizzare la sua esperienza. Siamo in un’epoca nuova che però stiamo utilizzando con basi che affondano nel secolo scorso».

Parisi spiega qual è la sua seconda vita. Dopo aver fatto l’imprenditore, ecco la vita politica. Dopo l’esperienza di Milano, eccolo cercare di costruire una piattaforma politica popolare non fondata sull’individuo, ma su gruppi di persone capaci che sappiano portare esempi e idee. «Questo è un Paese da ricostruire – ha detto Parisi – perché i tanti problemi di fondo soffocano l’economia. Oggi manca l’occupazione, che viene creata dalle imprese, non dalla politica superficiale alla quale stiamo da tempo assistendo». Non una parola in merito alle scintille che in questi giorni hanno caratterizzato il suo rapporto con Berlusconi, rimandate a una conferenza stampa indetta per oggi, ma leggendo tra le righe qualcosa emerge: «Per uscire dallo stallo necessitano alternative. Lasciamo ai nostri figli un patrimonio immobiliare svalutato del 30-40%, certo colpa di quel che è successo negli ultimi anni e di una scena politica che ha perso la rotta da molto tempo. E i risultati si vedono. Una politica fatta di slogan. Io, invece, chiedo rappresentanti di qualità e gruppi di persone capaci. Non vado in giro per chiedere adesioni al mio progetto, ma per domandare contributi. Chi può, dia. Chi ha capacità si adoperi».