La secca del Po riporta alla preistoria. E fa spuntare una mandibola di lupo

Il reperto rinvenuto dal fondatore del Museo Paleoantropologico di DANIELE RESCAGLIO

Cranio di Equus trovato riemerso dal Po in occasione della secca nel Cremonese

Cranio di Equus trovato riemerso dal Po in occasione della secca nel Cremonese

San Daniele Po, 2 gennaio 2015 - La secca straordinaria del Po regala fossili straordinari. L’ultimo ritrovamento, considerato di estrema importanta, è la mandibola di un lupo vissuto in epoca molto antica. Il reperto è stato rinvenuto qualche giorno fa a San Daniele Po, in località Ca’ Granda, da Davide Persico e Marco Ravara del Museo Paleoantropologico di San Daniele Po. «Durante questo prolungato e anomalo periodo di secca estiva, sono ormai più di 60 giorni che non piove, il livello del fiume ha subito un abbassamento ben al di sotto delle soglie di magra estiva. Questa condizione, che fa seguito all’importante piena del novembre 2014, rappresenta la condizione ideale per effettuare ritrovamenti paleontologici e archeologici che, grazie alle numerose persone che frequentano il fiume, stanno avvenendo copiosi» spiega Davide Persico, docente di Paleobiologia all’Università di Parma e primo cittadino di San Daniele Po, nonché fondatore del Museo Paleoantropologico. Sono mesi che al Museo vengono consegnati reperti trovati da persone che frequentano abitualmente le rive del Grande Fiume.

«Molte sono le consegne di materiale paleontologico succedutesi da questa estate ai giorni scorsi. Questo materiale è interamente costituito da grandi ossa fossili di mammiferi del Quaternario, caratterizzati per la gran parte da erbivori estinti come il Bisonte (Bison priscus), il Megacero (Megaloceros giganteus), l’Alce (Alces alces), il mammut (Mammutus primigenius), l’elefante antico, (Elephas antiquus), il rinoceronte di Merck (Stephanorhinus kirchbergensis), il cervo elafo (Cervus elaphus) e il cinghile (Sus scrofa)» sottolinea Persico. Tra i ritrovamenti però che sono giudicati più interessanti vi sono i resti di carnivori, considerati una vera rarità in Pianura Padana, visti i pochi resti esistenti che ne possano confermare la presenza. «La crescente quantità di materiale accumulato al Museo ha permesso un miglioramento delle conoscenze sia del personale addetto sia dei cercatori che si dilettano, oramai, a classificare i fossili con noi in laboratorio. Questo procedimento sta permettendo la raccolta e il riconoscimento di specie rare e preziose, soprattutto tra i carnivori» afferma Persico.

Ma di quali animali stiamo parlando? «Specie poco consuete, anzi, rinvenute nel Po per la prima volta grazie al nostro Museo, sono il Leopardo (Panthera pardus), la Iena (Crocuta crocuta), l’orso (Ursus arctos) e il lupo (canis lupus). Queste ultime specie, assolute novità per la paleontologia della Pianura padana, verranno esposte dal 15 maggio 2016 nella nuova sezione di carnivori fossili del fiume Po del Museo Paleoantropologico del Po di San Daniele». Il Museo di San Daniele Po da sempre ha potuto contare su una rete di «amici», persone comuni ma affascinate dalla ricerca e dalla passione trasmessa da Davide Persico in primis e dal direttore Simone Ravara. Se è vero che la legge vieta l’escavazione per la raccolta di reperti, è una eccezione il greto del Po, dove i reperti archeologici sono ritrovati in superficie senza bisogno di alcuno scavo. Seguendo l’attività del Museo molte persone hanno anche imparato a riconsocere i resti e anche a raccoglierli in modo da non danneggiarli. «In maggio presenteremo una assoluta novità, però per il momento non possiamo ancora dirla» sottolinea Davide Persico. Intanto è stato anche pubblicato un libro scritto a sei mani da Davide Persico, Simone Ravara e Andrea De Giovanni, un vero e proprio manuale per vivere il Po dal punto di vista paleontologico.