Crema, sospetti su un imprenditore: doppio sequestro

Sigilli anche a 91 case: si sospettano guadagni in nero

La guardia di finanza

La guardia di finanza

Crema, 24 febbraio 2017 - Doppio sequestro per un imprenditore cremasco finito nei guai a maggio con l’accusa di associazione per delinquere. Antonio S. dopo aver percepito in nero per anni i soldi per i lavori eseguiti, aveva chiesto ai suoi clienti di pagare le fatture emesse. Non avendo alcun segno tangibile che i lavori erano stati saldati, i clienti si trovavano costretti a pagare, pena un decreto ingiuntivo del tribunale e conseguente sequestro di beni. Il cremasco di 56 anni, dopo tre mesi di prigione era stato liberato e lunedì il giudice ha emesso nei suoi confronti una misura di prevenzione che prevede la sorveglianza speciale con obbligo di dimora per i prossimi due anni

Restano libere, invece, le due donne arrestate insieme a lui nell’ambito di questa operazione. Ma la novità più importante riguarda il sequestro di quanto trovato dalla Guardia di finanza. Sempre a maggio ci fu un sequestro preventivo che riguardava 91 appartamenti, 25 veicoli, 13 società e tutti i conti correnti riconducibili a lui, per un totale di circa otto milioni di euro. Ieri c’è stato un nuovo sequestro, in base al codice antimafia, sempre agli stessi beni. Il doppio sequestro pone ai ripari da una eventuale assoluzione in tribunale dell’imprenditore e ribalta l’onere della prova. La tesi che adesso si è fatta strada, grazie alla legge antimafia è l’inversione della prova. Normalmente tocca alle forze dell’ordine dover provare davanti a un giudice l’atto illecito. Qui, invece, il codice antimafia dice l’esatto contrario. Visto che secondo la Finanza questa persona non aveva alcuna possibilità di arricchirsi in quel modo, ora toccherà all’imprenditore spiegare come ha fatto a comprarsitutto. Se non lo farà, seguirà la confisca di tutti i beni non giustificabili legalmente. I sequestri sono avvenuti a Roma, Milano, nelle province di Cremona, Brescia, Bergamo, Lodi e Udine.