Non facciamo di ogni voucher un fascio

COMMENTO

Milano, 11 gennaio 2017 -

LETTERA

VADO ALL’UNIVERSITÀ e lavoro in un bar di Milano per guadagnare quei soldi che mi permettono di portare avanti gli studi senza gravare troppo sulla mia famiglia. Esperienze lavorative simili le ho fatte anche all’estero. In Italia mi capita di ricevere gli ormai famosi voucher. Ritengo che siano uno strumento valido soprattutto per chi come me vuole “arrotondare” un po’ le proprie entrate. In questi giorni ho letto molte critiche sui voucher e non ho capito perché. Luca, Legnano

RISPOSTA

PER ALCUNE CATEGORIE DI LAVORATORI come lei i voucher possono essere uno strumento valido. Nati soprattutto per combattere il lavoro nero, andrebbero utilizzati senza abusarne. In questi giorni sono stati diffusi dei dati che evidenziano come nel corso del 2015 l’incidenza delle ore lavorate con i voucher è stata pari ad appena lo 0,3 per cento del monte ore complessivo nazionale del lavoro dipendente. Una percentuale, emersa da un’indagine della Confartigianato, sufficiente a ridimensionare, almeno dal punto di vista statistico, la demonizzazione alimentata in questi mesi nei confronti dei voucher che da qualche anno disciplinano nel nostro Paese il lavoro occasionale e accessorio. Il 28 dicembre, in una nota congiunta, anche l’Istat, l’Inps e l’Inail hanno sottolineato che i quasi 88 milioni di voucher riscossi nel 2015 rimandano a circa 47.000 lavoratori e rappresentano solo lo 0,23 per cento del costo del lavoro presente in Italia. Giusto però vigilare sull’utilizzo di questo strumento. sandro.neri@ilgiorno.net