Sempre più tasse ma il debito sale

Si possono aumentare imposte, tasse e accise, recuperate tutta l’evasione che si vuole, ma il saldo fra entrate e uscite resta costantemente in rosso

Ernesto Preatoni

Ernesto Preatoni

Milano 28 febbraio 2017 - Ho sempre detto che il debito pubblico italiano è ormai diventato insostenibile. Il governo, a cominciare dal ministro dell’economia e delle finanze Pier Carlo Padoan, continua a parlare di una stabilizzazione che appartiene al mondo dei sogni. Spesso mi domando se crede davvero alle cose che dice.

La settimana scorsa la Banca d’Italia ha pubblicato delle statistiche su cui i partiti farebbero bene a riflettere, se non fossero troppo occupati a pensare alla data del congresso del Pd o alla collocazione di Michele Emiliano. Banca d’Italia rende noto che nel 2016 il debito pubblico è aumentato di 46 miliardi, arrivando a quota 2.217,7 miliardi. Contemporaneamente le entrate tributarie sono salite di 5,1 miliardi e quelle di altra natura di 3,4 miliardi, facendo arrivare il totale delle entrate statali al record di 502,36 miliardi. Vuol dire che la rincorsa fra maggiori tasse e nuovo debito non si è interrotta. Si possono aumentare imposte, tasse e accise, recuperate tutta l’evasione che si vuole, ma il saldo fra entrate e uscite resta costantemente in rosso.

In questo scenario il peggiore dei consigli è arrivato dall’Ocse, che nell’ultimo studio sull’Italia chiede di reintrodurre la tassa sulle prime case. Mi domando se certa gente sa di che cosa parla. La stangata dei precedenti governi ha affossato il mercato immobiliare e le costruzioni, senza peraltro migliorare i conti dello Stato. I riflessi negativi sono stati rilevanti, visto che senza il mattone non c’è nessuna possibilità di ripresa. Anche perché c’è un conto inevitabile, che si autoalimenta e che, con tutta probabilità, dal prossimo anno accelererà la sua corsa: è la spesa per interessi, che crescerà con la chiusura del paracadute di Draghi.

Il calcolo l’ha fatto l’Ocse. Con un ritorno dei tassi di interesse al 4,4% com’era la media prima dell’estintore della Bce, l’Italia rischia di vedere il debito crescere rapidamente fino al 140% del Pil. Rimettere le tasse sulle prime case non farà certo invertire la tendenza. Finchè resteremo nell’euro, che a tutti gli effetti è una moneta straniera, assisteremo impotenti al declino del Paese.