RUBEN RAZZANTE
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Festa dell’Unità tra le polemiche

Il popolo “dem” appare disorientato perché non capisce se i distinguo tra le diverse anime di quell’area politica siano figli di effettive differenze culturali o solo di cinici calcoli elettoralistici

Milano, 25 luglio 2017 - Non si placano le polemiche a sinistra per l’abbraccio tra Maria Elena Boschi e Giuliano Pisapia durante un dibattito alla Festa dell’Unità. Il popolo “dem” appare disorientato perché non capisce se i distinguo tra le diverse anime di quell’area politica siano figli di effettive differenze culturali o solo di cinici calcoli elettoralistici. Il voto per il Pirellone e quello per il Parlamento si avvicinano, non è escluso che vengano fissati nello stesso giorno, e quindi è partita da tempo la corsa al seggio. Gli ultimi sondaggi attribuiscono al Pd di Renzi la stessa percentuale del Pd di Bersani e, in mancanza del premio di maggioranza, almeno un centinaio di parlamentari in meno rispetto a oggi. Dunque, tra gli uscenti sono in molti a tremare, sia tra gli ortodossi che tra i dissidenti e i fuoriusciti, questi ultimi a rischio ghigliottina-soglia di sbarramento. Ma i malumori tra renziani e antirenziani riguardano anche il mezzo flop di presenze registrato all’ex scalo Farini di Via Valtellina, dove per 15 giorni si è tenuta la consueta Festa dell’Unità. A 4 giorni dalla chiusura, il traguardo di 50mila persone ventilato alla vigilia era ben lungi dall’essere stato raggiunto, e solo con l’arrivo dei big nazionali, Matteo Renzi in primis, la situazione si è rianimata. Sono tuttavia rimasti i mugugni soprattutto agli stand, dove chi vendeva panini o fritture o birre ha lamentato perdite secche, considerato l’investimento iniziale.

È pur vero che altri partiti attaccano il Pd ironizzando sull’insuccesso della sua festa, ma poi non coinvolgono in alcun modo i loro iscritti e simpatizzanti, né con le primarie né con altri eventi, e neppure con innovativi strumenti di partecipazione. Però è giusto mettere in luce le criticità emerse alla tradizionale kermesse democratica. Anzitutto l’appannamento del renzismo su base nazionale ha spento molti entusiasmi anche a Milano e in Lombardia, riducendo l’affluenza. Lo stesso sindaco Beppe Sala è apparso ultimamente molto tiepido nei confronti dell’ex premier. Anche l’assenza di personaggi di primo piano, fatti salvi gli ultimi giorni di programma, ha indubbiamente nuociuto. Poi il caldo afoso e il clima vacanziero non hanno certamente stimolato l’interesse verso il programma della kermesse, anticipata a luglio perché i renziani speravano nella caduta del governo e nelle elezioni anticipate e avrebbero voluto utilizzarla anche come passerella per comizi elettorali. Invece oggi il voto nel 2018 appare pressochè certo e la Festa dell’Unità di quest’anno è diventata lo specchio delle tensioni nel Pd e la vetrina delle lotte intestine che dilaniano il popolo della sinistra.