Brescia, 2 dicembre 2016 - E' stata la volta della difesa di Alessandro Musini, accusato dell'omicidio di Anna Mura, la moglie trovata con il cranio sfondato in casa il 16 marzo di un anno fa a Castenedolo. "Siamo convinti che quest'uomo non sia l'omicida", hanno detto in aula nel corso dell'arringa di oltre sette ore i legali difensori. Ieri il pm aveva chiesto la condanna all'ergastolo. La difesa ha spostato l'attenzione sul figlio minore della coppia, 16 anni, presente in casa il giorno del delitto e citando alcuni indizi come tracce di Dna e se un disegno da lui realizzato.
La difesa è tornata anche sulle otto macchie di sangue trovate sui pantaloni di Alessandro Musini che dopo il delitto aveva fatto perdere le proprie tracce per 36 ore. "Le macchie sono troppo poche per essere compatibili con la mattanza", hanno affermato gli avvocati Ennio Buffoli e Andrea Pezzangora. La sentenza è attesa il 20 dicembre.