Botte e minacce alla moglie, condannato a 2 anni e 4 mesi

Aveva trovato il coraggio di raccontare tutto solo dopo l’ennesimo violento pestaggio subìto all’interno della propria abitazione di Covo, nella Bassa Bergamasca: pugni, schiaffi e spinte M.A.

Un uomo tira uno schiaffo (foto d'archivio)

Un uomo tira uno schiaffo (foto d'archivio)

Covo, 6 ottobre 2015 - Aveva trovato il coraggio di raccontare tutto solo dopo l’ennesimo violento pestaggio subìto all’interno della propria abitazione di Covo, nella Bassa Bergamasca: pugni, schiaffi e spinte, accompagnate da pesanti minacce di morte. In quell’occasione, era il 4 maggio scorso, la donna, una immigrata tunisina di 33 anni, aveva denunciato ai carabinieri di Romano di Lombardia il marito, 48 anni, anch’egli tunisino. Sotto choc e ancora sconvolta per l’aggressione, la 33enne aveva raccontato ai militari l’incubo che non la lasciava più vivere e che durava ormai da sei anni, dal 2009, da quando cioè erano iniziati i maltrattamenti da parte del coniuge.

Ieri l’uomo, difeso dall’avvocato Isabella Colombo, è stato condannato per maltrattamenti in famiglia e lesioni a 2 anni e 4 mesi di reclusione, al termine del rito l’abbreviato, beneficiando in questo modo dello sconto di un terzo sulla pena finale previsto dal rito alternativo. Il pm Carmen Pugliese aveva invocato una condanna più dura: 3 anni e 2 mesi. Il difensore del marito violento, che si trova ancora in carcere, ha già preannunciato che farà appello e che fin dai prossimi giorni chiederà una misura cautelare meno afflittiva, come gli arresti domiciliari. La vittima ha sempre affermato di aver subìto per sei anni le aggressioni del coniuge senza denunciarlo mai, per paura di ritorsione e con la speranza che prima o poi l’uomo la smettesse di picchiarla.