Bergamo, in divisa giocavano alle slot: a processo quattro poliziotti

L’indagine partita da una soffiata interna alla questura

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Bergamo, 20 ottobre 2017 - Anziché presidiare la città, in diverse occasioni sarebbero stati per circa mezz’ora in un bar-sala giochi di via Borgo Palazzo a tentare la sorte alle slot machine o a bere un caffè. A tutte le ore. Alle 7 del mattino, così come la notte. Il fascicolo dei fatti contestati, che risalgono all’ottobre del 2012, è approdato ieri sul tavolo del gup di Bergamo Marina Cavalleri, che, accogliendo la richiesta del pm Giancarlo Mancusi, ha rinviato a giudizio tre agenti appartenenti allora all’ufficio Volanti della Questura di Bergamo e un collega che era invece in servizio all’ufficio Immigrazione di via Noli (i quattro, in seguito all’inchiesta, erano stati trasferiti al commissariato di polizia di Treviglio, dove lavorano tuttora).

L’accusa è di abbandono del servizio previsto da una specifica legge sulla polizia di Stato, oltre all’aggravante di aver abbandonato il posto di lavoro durante un servizio di pubblico soccorso e, alcune volte, di aver interrotto il pattugliamento nell’area assegnata. Il processo inizierà il 20 giugno, ma sul procedimento incombe la prescrizione, visto che i reati contestati si estinguono in 7 anni.

Il caso più eclatante è quello di S.A., 53 anni, di cui 25 in divisa, capopattuglia, assistito dall’avvocato Marcella Micheletti, che dopo essere stato scoperto, aveva confessato la sua dipendenza dai videopoker (era stato in cura). G.F., 50 anni, allora agente dell’ufficio Immigrazione (avvocato Luca Guerra) si è sempre difeso spiegando di essersi recato solo una volta nel locale, ma per svolgere un’indagine. Per quanto riguarda gli altri due imputati, A.I., 35 anni, assistente di polizia (avvocato Andrea Pezzotta), afferma di aver giocato solo un paio di volte, mentre A.T., 34 anni (avvocato Ottaviano Mussumeci), sostiene di essersi fermato nel bar-sala giochi di via Borgo Palazzo solo per bere un caffè. Tutti, comunque, avevano con sé la radio, in modo da essere pronti in caso di allarme.

L’indagine era partita nell’ottobre del 2012 da una soffiata interna alla Questura. La squadra mobile aveva acquisito le immagini delle telecamere del locale, dal 15 ottobre e per una decina di giorni. Filmato dopo filmato, gli investigatori avevano collezionato immagini che lasciavano poco margine al dubbio: poliziotti in divisa ripresi mentre entravano nel bar quando non c’erano esigenze di servizio e mentre tentavano la fortuna alle macchinette. L’allora questore Fortunato Finolli li aveva trasferiti al commissariato di polizia di Treviglio. Aveva poi avviato la richiesta al ministero dell’Interno per il trasferimento in altra provincia, sollevando l’incompatibilità ambientale. Una decisione successivamente rivista e attenuata con il solo trasferimento nella Bassa.