Mediaworld trasferisce la sede, sciopero dei lavoratori a Curno

A ottobre 500 dipendenti trasferiti in Brianza

Coro di no al trasferimento del personale in Brianza

Coro di no al trasferimento del personale in Brianza

Curno (Bergamo), 21 febbraio 2018 - Dopo l’annuncio della chiusura della sede centrale di MediaWorld, a Curno, chiusura che comporterà il trasferimento a ottobre di 500 dipendenti (per l’80 per cento bergamaschi) negli uffici di Verano Brianza, ora i lavoratori stanno pensando alla mobilitazione. I sindacati hanno iniziato a parlare con le persone direttamente coinvolte per capire il loro punto di vista. «Ma il 30% di loro sono madri di famiglia che hanno scelto contratti part time per poter seguire i figli, per questo motivo non potranno affrontare il trasferimento a 50 chilometri di distanza e dovranno dimettersi - ha commentato Terry Vavassori della Fisascat Cisl -. Così il trasloco finirà con l’essere un modo non ufficiale per ridurre il personale».

Ma anche gli stessi lavoratori dei negozi (tre nella Bergamasca, nei centri commerciali di Curno, Oriocenter e Le due torri) sono coinvolti da una delle misure prese dall’azienda per ridurre i costi, il taglio, da maggio, della maggiorazione del 90 per cento del lavoro festivo. Per questo i sindacati bergamaschi da Filcams Cgil, a Fisascat Cisl e UIltucs hanno deciso di proclamare uno sciopero per sabato 3 marzo dei dipendenti dei negozi e stanno decidendo se effettuarne uno anche il giorno prima, venerdì, per coinvolgere anche gli impiegati della sede centrale. Per discuterne la Filcams Cgil ha convocato per questa mattina dalle 11 alle 13 un’assemblea degli impiegati dell’edificio di via Lega Lombarda. Ora i sindacati, spiegano, stanno cercando di ottenere anche «l’appoggio delle istituzioni locali». «La crisi aziendale – incalza la funzionaria Fisascat Cisl Elena Maria Vanelli – può essere affrontata anche con misure straordinarie condivise con le rappresentanze sindacali». Da una crisi all’altra, quella della Legler. Nell’incontro di ieri tra azienda e sindacati, è stato comunicato che la lista dei punti vendita da chiudere si è allungata di un nuovo negozio, quello di Cene, e il numero degli esuberi cresce, da 60 a 62. Entro fine settimana, Legler ha fatto sapere che si aprirà la procedura di mobilità per tutti questi dipendenti.

«Oltre a comunicazioni sempre più negative (la mensilità di gennaio non verrà pagata, perché congelata dal concordato), l’azienda non ha risposto alle nostre questioni e richieste di chiarimento relative alla gestione della crisi - hanno commentato Mario Colleoni e Sonia Nigro, per Filcamas Cgil, Monica Olivari per Fisascat Cisl, e Maurizio Regazzoni e Sandro delle Fusine, per Uiltucs -, per cui abbiamo deciso di richiedere un incontro con Giacomo Giavazzi, il commissario che sta monitorando la situazione». Intanto, è stato confermato per domani l’incontro in via Tasso tra la Provincia e le Organizzazioni sindacali, per valutare azioni e mezzi a disposizione per intervenire a favore della cooperativa, attorno alla quale ruotano 15 punti vendita e 153 dipendenti.