Bergamo, "Il signor buio in asilo": maestro a processo

Bambini legati con corda e nastro adesivo: il “piano didattico” alla materna di Trescore Balneario. L'uomo è accusato di abuso di mezzi di correzione

Un maestro di scuola

Un maestro di scuola

Trescore Balneario (Bergamo), 23 febbraio 2018 - Avrebbe abusato dei mezzi di correzione e disciplina in danno di tre minori che frequentano la scuola materna statale di Trescore Balneario. A processo è finito uno dei maestri, R.B. 48 anni, residente a Gorlago. Attualmente insegna in un’altra materna.

Metodi di apprendimento, secondo l’accusa, pm Davide Palmieri, poco confacenti con un piano didattico. Si parla di bambini rinchiusi nell’armadio se non si fossero comportati bene, oppure immobilizzati sulla sedia con mani e piedi legati con pezzi di stoffa o di nastro adesivo. Oppure di disegni a contenuto violento in cui i bambini venivano divorati e cucinati da mostri denominati “signor buio” o “signor nulla”. Vengono citati anche gli “agenti segreti” che liberano i bambini. È su questo che dovrà essere fatta chiarezza, capire se si tratta veramente di un gioco, magari con riferimento alle fiabe per aiutare i bambini a crescere, anche quelli con maggior difficoltà di apprendimento, oppure di metodi coercitivi.

A far scattare le indagini è stata la denuncia fatta il 7 marzo 2016 alla caserma dei carabinieri della stazione di Trescore Balneario dalle mamme dei tre bambini. Il pm che all’inizio si era occupata della vicenda, Raffaella Latorraca, aveva autorizzato le intercettazioni ambientali (durate 15 giorni) da parte dei carabinieri nella classe in questione, composta da 27 bambini di età compresa fra i 5 e i 6 anni, che sono stati sentiti da uno psicologo. «Ma né dalle immagini e tantomento dal sonoro sono emersi episodi che vengono contestati - spiega l’avvocato Miriam Campana, che difende il maestro -. Non solo, legarsi con il nastro adesivo o con la corda fa parte proprio del piano scolastico». La difesa ha nominato come consulente di parte la psicologa del consultorio familiare Zelinda di Trescore Balneario.

Ieri mattina in aula, davanti al giudice Stefano Storto, sono sfilate, una dietro l’altra, le tre mamme che hanno confermato quanto riportato nella denuncia. Dei loro figli che tornavano a casa a volte spaventati, del maestro che li chiudeva nell’armadio. A favore del maestro si sono espresse la direttrice, una collega, due mamme i cui figli appartengono alla stessa classe dove sarebbero avvenuti i fatti contestati. Prossima udienza il 25 maggio e in quella giornata verrà a deporre anche il maestro che ha chiesto di essere sentito.

 

RETTIFICA

In merito a questo articolo, riceviamo la richiesta di rettifica della dirigente scolastica Raffaella Chiodini: «Laddove si dice che la “direttrice” si è espressa “a favore” del maestro, si precisa che non esiste il ruolo di “direttrice” della scuola dell’infanzia e che, come Dirigente Scolastica, se si intendeva la mia persona, non solo non ero presente all’udienza ma che soprattutto non ho mai espresso nessun parere “a favore” del docente nominato». Ci scusiamo con la dirigente per il disagio provocato.