Ha un disturbo della personalità lo stalker "killer dei gatti"

Imputato in distinti processi, sottoposto a perizia psichiatrica

Gatto in perlustrazione al tramonto (AFP)

Gatto in perlustrazione al tramonto (AFP)

Trescore (Bergamo), 5 dicembre 2016 - Affetto da un disturbo della personalità, capace di volere ma non di intendere. Sono i risultati della nuova perizia effettuata dai professori Giulio Di Mizio e Michele Di Nunzio su M. F., il 40enne di Trescore Balneario a processo in Tribunale in due distinti dibattimenti: in uno è accusato di maltrattamenti e uccisione di gatti, nell’altro di stalking. L’esame psichiatrico in questione è relativo al secondo procedimento, quello per stalking, che si sta celebrando davanti al giudice Massimiliano Magliacani. Nell'altro processo, davanti al giudice Antonella Bertoja, Facchinetti, che è stato soprannominato il «killer dei gatti», è stato invece giudicato, dalla perizia psichiatrica effettuata dal professor Massimo Biza, affetto da disturbo della personalità, ma capace di intendere e volere e quindi in grado di affrontare il giudizio. I due dibattimenti, pur se celebrati distintamente e con due giudici diversi, sono collegati l’uno con l’altro.

In quello per stalking, la presunta vittima di sms e telefonate in cui il complimento più soft è «asinella» (il resto è degno di un vocabolario pornografico), è una delle persone che gli avevano affidato i propri mici, che l’uomo aveva poi torturato e ucciso, inviando successivamente, attraverso WhtasApp, le foto degli animali seviziati e i loro cadaveri (questi fatti sono oggetto del dibattimento per maltrattamenti e uccisione di animali). La donna, 44 anni, nel 2014 era stata contattata da «M.», dopo aver messo su Internet l’annuncio di vendita di alcuni cuccioli.

Si era però insospettita perchè l’uomo le aveva chiesto solo la gatta. Allora non gli aveva più risposto, ma lui aveva ripreso a contattarla. E qui si sono intersecati i due filoni di indagine. F. aveva iniziato a scriverle frasi raccapriccianti. Del tipo: «Strangolo i gatti che sono buoni da mangiare». Le aveva pure inviato la ricetta: «Per fare una teglia, servono due animali adulti o 12 piccoli». Quindi le immagini di un gatto torturato e un «olè» via sms quando, a tarda notte, le aveva annunciato che il cucciolo era morto. Lei, spaventata, alle 2 di notte, era corsa dai carabinieri. In quello stesso periodo, dal maggio al luglio del 2014, alla 44enne erano arrivati anche messaggi e telefonate. Una sorta di compulsione da parte di F. , anche 10-15 sms in un minuto. La donna l’aveva denunciato, dando il via all’inchiesta per stalking.