Graffito razzista all’ex colonia. Sui profughi a Cene è di nuovo bufera

Il sindaco: "Se qualcuno ha qualcosa da ridire venga in Comune"

La scritta  è stata  realizzata  sul muro perimetrale dell’ex colonia

La scritta è stata realizzata sul muro perimetrale dell’ex colonia

Cene (Bergamo), 19 luglio 2017 – Scritte razziste contro i richiedenti asilo. Si torna a respirare aria di tensione a Cene dove qualcuno ha voluto esprimere il suo dissenso contro la politica dell’accoglienza e contro lo ius soli, imbrattando il muro davanti all’ex colonia di proprietà della diocesi con scritte a sfondo razzista e riferimenti al fascismo. La struttura sul monte Bue, che già in passato aveva accolto migranti, da ottobre scorso ospita 59 richiedenti protezione internazionale. L’arrivo aveva provocato non poche polemiche. Il sindaco, Giorgio Valoti, aveva utilizzato i pannelli luminosi del Comune per denunciare di non essere stato preventivamente informato dell’arrivo dei nuovi "ospiti". La popolazione era stata invitata a partecipare al Consiglio comunale, per fare il punto della situazione. Il segretario provinciale della Lega Nord Daniele Belotti aveva invitato addirittura a boicottare l’8 per mille alla chiesa cattolica. In questi mesi, la convivenza non sembrava aver creato particolari problemi ai residenti.

Questo equilibrio, almeno apparente, è stato spezzato nuovamente con le scritte comparse ieri, definite da chi le ha segnalate come "un atto fascista, un atto intimidatorio che rimanda a fatti di inizio secolo terribili e schifosi". Il sindaco Valoti, che nel pomeriggio non era ancora stato informato dell’episodio, ha spiegato: "Se sono scritte offensive, non le condivido. Invece di scrivere su un muro, in modo anonimo, se qualcuno ha qualcosa da dire venga in Comune". Quanto alla gestione dell’accoglienza, resta la polemica soprattutto con la Prefettura. "E’ cambiato il Prefetto, ma a tutt’oggi – sottolinea il primo cittadino – non ho ancora avuto un certificato sullo stato della struttura. Questo la dice lunga di cosa sono le istituzioni".