Clubhouse arriva su Android, che fine ha fatto il social audio?

Da rivelazione di inizio 2021 al crollo di download. E intanto è arrivato anche su Android

Clubhouse arriva su Android

Clubhouse arriva su Android

E' stato il caso social di inizio 2021. Nella seconda parte dell'emergenza da pandemia Clubhouse sembrava destinato a diventare il nuovo e rampante social network che avrebbe spalancato le porte del mondo soltanto attraverso trasmissioni audio. Fra gennaio e febbraio la caccia all'invito per sbarcare nell'innovativo mondo di Clubhouse era così febbrile che c'era subito stato chi aveva iniziato a monetizzare, mettendo addirittura in vendita gli inviti a disposizione su Ebay. Erano stati aperti gruppi Telegram e si sprecavano i tutorial su come ottenere l'agognato pass. Il social dell'audio era stato subito preso d'assalto da volti noti e gli organizzatori delle "stanze" facevano a gara per accaparrarseli nelle loro discussioni. Bastava un "in quella stanza c'è tizio" per renderla subito un ambiente esclusivo nel quale gli utenti di Clubhouse sentivano l'esigenza di entrare. Ma oggi, a soli tre mesi di distanza, che fine ha fatto Clubhouse?

Come funziona

Clubhouse è come un enorme condominio. Gli appartamenti sono gli argomenti di discussione, mentre le stanze di ogni appartamento sono i gruppi di discussione. Cosa si fa in Clubhouse? Si parla. Si discute. I creatori della stanza hanno il controllo del dibattito, chi entra può assistere in silenzio oppure prenotarsi per parlare. Non è prevista la possibilità di vedersi, il che rende tutto quasi più professionale. E infatti durante i primi mesi di diffusione di questo social network nelle diverse stanze i dibattiti vertevano anche su temi importanti e di carattere generalista e globale.

I download

Secondo un report di SensorTower, tra i più autorevoli osservatori dell'andamento delle applicazioni, a marzo i download sono stati 2,7 milioni, circa il 72% in meno rispetto ai 9,6 milioni di febbraio. Un dato che di per sè non può dar certamente conto di un cedimento. Anche perché è vero che il 72% di utenti in meno ha scaricato la app, ma è altrettanto vero che oltre 10 milioni di persone lo avevano già fatto. Quindi hanno già l'app installata sul proprio smartphone.

La possibile svolta: lo sbarco su Android

Sino ad oggi questo nuovo social network poteva essere scaricato soltanto dagli utilizzatori del sistema operativo Ios. Tradotto: solo da chi possiede uno smartphone targato Apple. Iphone, quindi. Oggi invece finalmente Clubhouse è arrivato anche sugli altri dispositivi, visto che è disponibile per device che operano con Android. Il che mette a disposizione una platea potenziale incrementata addirittura dell'88% rispetto a quella precedente. Il download possibile anche per Android potrebbe quindi rappresentare la svolta e rendere effettiva la seconda vita di Clubhouse.

Il primo ostacolo: gli inviti

Essendo rimasto, anche dopo il calo dei download, un social network con accesso su invito, Clubhouse inevitabilmente finisce per avere una sorta di status elitario. In realtà quello dello "sbarramento" all'ingresso è l'unico modo per farlo rimanere una sorta di condominio per quanto possibile ordinato. Come insegna la legge di mercato, nel momento in cui il consumatore è portato a fare una qualche fatica per ottenere ciò che cerca se è davvero interessato continua altrimenti lascia perdere. E con il sistema a inviti, oltre a rendere il social in questione più esclusivo, si riduce il pubblico di "perditempo" a favore di quello di utenti realmente interessati.

Il secondo ostacolo: liberi tutti

Format ad ogni ora del giorno e della notte. Tutto rigorosamente solo in modalità audio. Sistema innovativo e senza dubbio particolarmente interessante. In un periodo nel quale gli impegni fuori dalle mura domestiche sono ridotti quasi a zero. Diverso è se le restrizioni anticovid vengono allentate e quindi si può tornare, gradualmente, ad avere una vita in qualche modo più normale. A quel punto anche la "stanza" di Clubhouse che ci aveva tenuto compagnia durante la reclusione forzata a causa dei contagi da coronavirus non è più così irrinunciabile. 

Il paradosso dei podcast

Il social network Clubhouse non sta proseguendo sul percorso intrapreso nei mesi scorsi - il che però non significa comunque che sia sull'orlo del baratro, anzi -, ma il settore "audio" è particolarmente fiorente ed è destinato a crescere ancora. Basti pensare al mondo dei podcast, cioè vere trasmissioni realizzate solo in audio. Gli argomenti trattati sono i più disparati: si va dalla politica ai viaggi, passando per i fatti di cronaca nera, i cold case, la musica, il cinema, l'attualità, le storie di ogni genere. La differenza fra podcast e Clubhouse è presto detta: i primi sono registati e ascoltabili in qualsiasi occasione, il secondo è in diretta e quindi, come si diceva in dialetto, "passata la festa, gabbato lu santo". Bisogna avere la possibilità di entrare in una determinata stanza in un momento preciso. E questo è un lusso per molti cittadini, pur interessati, che lavorano.