Traffico di droga: gli inaffidabili di Buccinasco fanno il "pacco" ai boss di San Siro

I retroscena dell'operazione Miracolo che ha portato all'arresto di 18 persone

 Diciotto arresti e sequestro di stupefacente e armi

Diciotto arresti e sequestro di stupefacente e armi

Buccinasco (Milano), 12 novembre 2018 - Lo chiamavano il  “gruppo di Buccinasco” anche se uno dei tre componenti era di Corsico e prima di Cesano, ma di Buccinasco ormai di adozione, almeno come terreno dove imbastire gli affari sporchi. Un business che muoveva chili di droga, prima cocaina, poi marijuana. Nell’ultima operazione della Squadra Mobile di Milano, quella denominata “Miracolo" che ha scoperchiato i traffici di stupefacente in zona San Siro e portato all’arresto di 18 persone, c’è finito anche il gruppo di Buccinasco. Che ha avuto un ruolo determinante, almeno nella svolta delle indagini e per aiutare gli inquirenti a comprendere il quadro, la rete, i fili che univano gli spacciatori da Milano all’hinterland.

I tre sono nomi noti, non solo in zona: Alessandro Di Terlizzi Miracoli, 30 anni settimana prossima, titolare di un’agenzia di pompe funebri a Buccinasco, era già stato arrestato a gennaio in un’altra operazione, sempre per droga, che aveva portato alla cattura di Graziano Barbaro e del cognato Antonio. Insieme ad altri trafficanti che spingevano gli affari fino al Sud America, Di Terlizzi faceva parte di un gruppo che spostava e vendeva chili di droga, composto da cognomi noti con legami di parentela alle famiglie della ‘ndrangheta dei Barbaro. Stesso cognome di Domenico, anche lui finito nella lista degli arrestati dell’ultima operazione, anche lui già in carcere (a Reggio Emilia, dal settembre dello scorso anno) perché lo hanno trovato con un chilo di marijuana. Domenico Barbaro, 45 anni, nato a Platì ma residente prima a Cesano e poi a Corsico, era il capo del gruppo di Buccinasco e coordinava gli scambi di droga e soldi con il supporto del terzo componente della squadra: Massimiliano Cannata, 35 anni, spacciatore esperto. Anche lui era già finito in manette lo scorso anno, trovato con 270 grammi di cocaina, e in più per aver violato la sorveglianza speciale. Insomma, almeno dal curriculum, del gruppo di Buccinasco ci si poteva fidare.

E invece i trafficanti di San Siro a un certo punto li ritengono «completamente inaffidabili», si legge sulle carte delle indagini. Il motivo è da ricondurre a un accordo saltato che aveva fatto innervosire gli spacciatori milanesi: una partita di droga che non era arrivata nelle mani del leader del gruppo di San Siro, Michele Luongo, foggiano ma residente a Settimo Milanese. I rapporti tra i due gruppi si incrinano quando all’appuntamento per la consegna della merce, per la quale era già stato versato un acconto di 15mila euro, davanti a una concessionaria di Assago, il gruppo di Buccinasco non si presenta. Per un motivo semplice: la droga gli era stata sequestrata dalle forze dell’ordine. Non solo Buccinasco, ma anche legami con Rozzano: qui il gruppo di San Siro si riforniva, come emerge dalle indagini. «Vai tu a prendere le due bariste, quelle ricce?» si dicono in linguaggio criptato, dove per due ricce si intende due chili di marijuana da recuperare, appunto, a Rozzano.