Rozzano, il padre disperato chiedeva aiuto ma i servizi sociali non l’hanno ascoltato

L’uomo che ha sequestrato e drogato i suoi tre piccoli bambini a Rozzano minacciando di buttarli dal balcone aveva già due volte contattato il sindaco per la paura che i figli gli venissero tolti

L’uomo ha desistito dal folle gesto di lanciare i figli dal balcone del settimo piano

L’uomo ha desistito dal folle gesto di lanciare i figli dal balcone del settimo piano

Rozzano (Milano), 12 giugno 2020 - Quell’uomo lasciato solo aveva chiesto più volte aiuto alle istituzioni e anche il Tribunale di Pavia lo aveva ribadito in più provvedimenti, prima di arrivare all’ultimo nel quale prevedeva l’affidamento dei tre figli ad una comunità. Provvedimento questo alla quale comunque tramite il suo lega aveva presentato opposizione presso la Corte d’Appello di Milano. I segnali dall’arme erano stati forti e chiari da parte di Alessandro A. il postino 43 enne protagonista della notte folle durante la quale ha minacciato di gettare dalla finestra i suoi tre figli e poi di togliersi la vita. Una notte che ha stravolto, forse definitivamente, la sua vita e quella dei bambini. Sul suo profilo whatsapp da alcune settimana campeggiava una immagine allarmante, un fiocco giallo con la scritta nera "io sto con i bambini strappati".

Un ulteriore modo per chiedere aiuto perché non voleva gli fossero portati via i bambini. I servizi sociali erano a conoscenza di tutta la vicenda e forse, il condizionale è d’obbligo, avrebbero potuto fare di più prima che un padre, riconosciuto comunque come un buon padre, si trasformasse in un mostro. Ad agosto scorso e a dicembre ci aveva contattato perché temeva per i propri figli: poi decidemmo in accordo con il legale di non pubblicare la sua protesta per non intralciare il corso della giustizia. Infatti l’affidamento temporaneo era confermato A lui anche perché la madre dei tre piccoli, che vive fuori regione, come rimarcato di sindaco di Rozzano e dall’avvocato di Alessandro non aveva mai fatto nulla di concreto per ottenerne l’affido compreso non preparare una abitazione idonea nonostante avesse la disponibilità. A gennaio il tribunale di Pavia aveva confermato come scritto in precedenti provvedimenti, che i servizi sociali avrebbero dovuto dare all’uomo una assistenza psicologica e anche ai figli, ma così non è stato.

Ma i segnali erano stati raccolti dal legale dell’uomo, Grazia Segura del foro di Verona, dalla psicologa Maria Barbarisi e da Veronica Sansuini dell’associazione "scarpette bianche". "Non è un mostro Alessandro, non ha retto ad un forte stress psicologico dovuto anche al fatto che è stato lasciato da solo senza l’aiuto che avrebbero dovuto ricevere dai servizi sociali. In un incontro avvenuto al Rozzano lo stesso sindaco aveva stato convocato il responsabile delle settore al quale aveva chiesto di seguire la vicenda. Ma si vede è rimasto inascoltato". Sulla vicenda interviene anche il sindaco Gianni Ferretti. "Non sono un eroe ho fatto il mio dovere e abbiamo evitato una tragedia. Eroi sono tutti coloro che quella sera sono intervenuti. Quell’uomo comunque ci teneva ai suoi figli, quando in quei momenti concitati sono entrato in casa ha voluto mostrarmi come fosse pulita la casa proprio per i figli. Qualcosa non ha funzionato. I servizi sociali vanno potenziati, ma non è un problema di Rozzano ma un problema generale". Alessandro A, ieri è stato dimesso dal San Paolo e portato in carcere mentre i figli restano ricoverati.