Cesano Boscone, boss-pirata protetto dall'omertà

Preso a due anni da un incidente mortale. I familiari lo hanno coperto

L'incidente risale al 29 settembre 2017

L'incidente risale al 29 settembre 2017

Cesano Boscone (Milano), 23 giugno 2019 - A rendere complicate le indagini per individuare il pirata della strada che il 29 settembre del 2017 ha travolto e ucciso il cingalese Rasarantam Saruanathan c’è stato un clima di omertà, un silenzio in cui i familiari si sono chiusi per evitare la cattura del responsabile. Su Carlo Zacco, palermitano ma nel Milanese da una vita, pesano diversi precedenti: sequestro di persona, associazione per traffico di droga, armi, rapina e persino un’indagine della Dda di Caltanisetta su un giro di estorsioni con l’aggravante di favorire Cosa nostra. Complessivamente, Zacco, 48 anni, ne ha passati oltre 21 dietro le sbarre.

Un profilo criminale «di altissima caratura», specificano gli inquirenti nelle carte dell’indagine che ha portato al suo arresto: era lui, infatti, alla guida della Bmw 520 D che ha travolto e ucciso il cingalese in sella alla sua bici, lungo la Nuova Vigevanese. Ma per incastrare Zacco ci sono voluti i Ris di Parma che hanno analizzato il profilo genetico dai campioni di sangue prelevati dalla vettura, comparandoli con quelli della figlia, messa sotto torchio dai carabinieri di Corsico: gli esperti hanno analizzato il bicchiere da cui la giovane aveva bevuto mentre si trovava in caserma per firmare alcuni atti e consegnare le chiavi della macchina incriminata, presa a noleggio da suo marito, al tempo compagno, Kevin Arundine, 21 anni.

Aveva difeso il suocero, ma anche se stessa, affermando di non aver preso quella macchina il giorno dell’incidente: «Forse me l’hanno rubata», ha detto davanti ai militari. Un clima di omertà che ha caratterizzato tutta la famiglia: solo lo zio di Arundine aveva inizialmente confessato che era Zacco alla guida, per poi ritrattare tutto. Secondo gli inquirenti, Zacco ha potuto «godere di plurimi fiancheggiatori pronti sia a mentire sia a informarlo di ogni attività investigativa. Tutti i suoi parenti hanno taciuto non solo sul suo coinvolgimento nell’incidente, ma soprattutto sul suo allontanamento dalla residenza».