Viboldone, il giallo dell'imprenditore morto: a San Giuliano c’è una pista

La Procura di Lodi indaga sugli affari di Carino trovato morto il 31 dicembre

I Carabinieri  e i Vigili  del fuoco alla ricerca dell'arma del delitto

I Carabinieri e i Vigili del fuoco alla ricerca dell'arma del delitto

San Giuliano Milanese (Milano), 26 gennaio 2017 - La Procura di Lodi indaga a tutto campo per risolvere l’intricato mistero che avvolge la morte di Cosimo Vincenzo Carino, l’imprenditore di 73 anni trovato senza vita il 31 dicembre scorso, a 200 metri dall’abbazia di Viboldone. Dopo quasi un mese di indagini a largo raggio, i carabinieri di San Donato Milanese e il pm Sara Mantovani, titolare del fascicolo, non hanno ancora individuato una pista precisa per riuscire a risolvere il caso. «Si tratta in effetti di un caso molto complesso», ha precisato ieri il procuratore di Lodi, Domenico Chiaro, che sin dall’inizio non ha avuto alcuna esitazione ad escludere dal campo investigativo l’ipotesi del suicidio.

Secondo quanto raccolto finora dagli inquirenti, infatti, Carino aveva un giro d’affari complesso, con debiti non pagati e crediti mai riscossi. Una situazione economica a dir poco particolare, che per la Procura potrebbe aver scaturito tensioni anche sufficienti per convincere qualcuno a compiere un delitto così efferato. Per questo, sono state ascoltate tutte le persone che negli ultimi mesi avevano fatto affari con Carino.

È robabile, infatti, che nel corso di quella tragica notte, tra il 30 e il 31 dicembre, Carino potrebbe aver incontrato a San Giuliano proprio uno di queste persone con cui aveva maturato un debito o un credito. Resta ancora un mistero anche la definizione dell’arma del delitto. Il coltello (una lama sottile e affilata, secondo il medico legale), non è stato infatti trovato vicino al corpo. L’altro elemento determinante è che, quella notte, Carino era uscito dalla casa di Gallarate, nel Varesotto, dove viveva da qualche tempo, senza neppure portarsi il telefonino.

Il cadavere di Vincenzo Carino era stato segnalato da un passante alle 9 del 31 dicembre scorso. Era al posto di guida del suo minivan Mercedes Vito nero. La portiera era chiusa, ma non a chiave, la testa leggermente piegata verso il posto del passeggero, e un taglio esteso e profondo alla gola.