Coronavirus, il 71enne positivo non vive a Mediglia da un anno

Il sindaco rassicura la popolazione con un videomessaggio dall’unità di crisi aperta per l’emergenza. Controlli a San Giuliano

Con la mascherina all’ingresso dell’ospedale Predabissi

Con la mascherina all’ingresso dell’ospedale Predabissi

Mediglia (Milano), 24 febbraio 2020 - È dell’Alto Lodigiano, di Galgagnano, il 71enne positivo al coronavirus: dalla verifica anagrafica non risulta infatti più residente a Mediglia da circa un anno. Le sue condizioni sono stabili, non è in pericolo di vita, il pensionato è stato trasportato venerdì notte al San Matteo di Pavia dopo 24 ore nel reparto di Chirurgia del Predabissi, dove gli è stato diagnosticato il contagio. "Mediglia non è in quarantena, non ci sono limitazioni per i cittadini. Il paziente trovato positivo al ceppo del Coronavirus non è più residente a Mediglia da un anno, dalle nostre verifiche anagrafiche risulta che si sia trasferito in un altro Comune del Lodigiano", ha annunciato ieri pomeriggio il sindaco Paolo Bianchi. E per tranquillizzare i suoi cittadini, ha registrato un videomessaggio dall’unità di crisi aperta in municipio per fronteggiare l’emergenza. «Le autorità sanitarie - continua - stanno ricostruendo i suoi movimenti e, come da protocollo, stanno facendo un’indagine epidemiologica". Ieri mattina i controlli a tappeto nella zona tra Mediglia e San Giuliano, dove il pensionato pare continuasse ad avere contatti. Nel Sud Milano la reazione è stata immediata, tutti i Comuni stanno facendo squadra per arginare il problema. Nove sindaci dell’area sud - Carpiano, Cerro al Lambro, Colturano, Dresano, Melegnano, San Donato, San Giuliano, San Zenone al Lambro e Vizzolo Predabissi - si sono riuniti nella mattinata "per coordinare alcune azioni precauzionali a tutela di tutta la cittadinanza". A ruota , il primo cittadino sangiulianese Marco Segala ha convocato una giunta straordinaria per fare il punto della situazione con il suo esecutivo. "Dopo l’aumento esponenziale, secondo me è opportuno alzare l’allerta - spiega Segala -. Non sono preoccupato, ma non bisogna sottovalutare la situazione, meglio prevenire. Niente polemiche, vediamo di risolvere i problemi". L’unità di crisi allestita in Prefettura è allertata, l’ultimo incontro con i sindaci alle 19 di ieri. Scuole, uffici comunali, biblioteche e servizi per l’infanzia rimarranno chiusi, come disposto da Palazzo Lombardia. «Stiamo seguendo con attenzione l’evolversi della situazione - aggiunge il sindaco di San Donato, Andrea Checchi -. Abbiamo interloquito con i dirigenti scolastici della città, siamo in stretto contatto con il Responsabile Sanità di Eni, abbiamo parlato con i parroci, ma soprattutto siamo costantemente in contatto con le Autorità sanitarie della Regione. Non è una situazione facile, ma mi sembra che il sistema di controllo e prevenzione subito attivato stia dando risposte concrete e di sicurezza. Garantisco a tutti massimo impegno a comunicare subito le novità sulla sicurezza e la tranquillità dei miei concittadini".