FRANCESCA SANTOLINI
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Corsico, per il pandoro negato a scuola arrivano le scuse

Nessun intento discriminatorio ma resta la rabbia delle famiglie

Insegnanti e genitori all’uscita delle elementari Curiel

Insegnanti e genitori all’uscita delle elementari Curiel

Corsico (Milano), 22 dicembre 2018 - Nell'ultimo giorno di scuola prima delle vacanze di Natale, la notizia della fetta di pandoro negata ai bambini che non usufruiscono del servizio mensa- per morosità o per scelta - tiene banco. Se ne parla in piazza, sui social e davanti alle scuole. È anche l’argomento principale nelle stanze di Palazzo dove un tam tam di comunicazioni è in corso tra l’amministrazione e la società che si occupa del servizio, Camst coop.srl.

L’azienda si è assunta la responsabilità dell’errore, non imputabile a una scelta discriminatoria, ma a un banale quanto grave disguido nella distribuzione del pandoro. «Ci scusiamo dell’errore - è il contenuto di una nota - e abbiamo provveduto a effettuare una lettera di contestazione a chi si è reso responsabile di questa iniziativa personale». Camst chiarisce che le porzioni inviate dal centro cottura alla scuola sono state infatti 48, «a fronte di 28 prenotazioni registrate il 19 dicembre», un quantitativo insomma «sufficiente per tutti i presenti» e «a dimostrazione della volontà di non escludere nessuno». L’azienda precisa inoltre che l’accaduto è circoscritto a una sola scuola di Corsico, la Curiel.

Proprio qui, ieri, i genitori all’uscita dalle classi dibattevano non solo del “caso pandoro” ma più in generale del giro di vite contro i morosi della mensa. Al di là delle precisazioni, infatti, per qualcuno l’episodio di giovedì è figlio di una certa politica. «Non è corretto che a pagare le mancanze dei genitori siano i bambini, ma questo principio purtroppo si è consolidato negli anni– spiega una mamma – se non paghi cinque pasti il sesto non lo servono più. Io adotterei altri sistemi per recuperare il credito ma non lascerei mai senza cibo un bambino». Da circa tre anni, ricordiamoloi, per sanare il debito di 1,2 milioni alla voce refezione scolastica, l’amministrazione ha sospeso il servizio mensa per i figli delle famiglie non in regola con le rette.

«I miei figli lo sanno – racconta un’altra mamma che per scelta non ha iscritto i figli alla mensa scolastica – anche quando c’è il gelato a loro non viene dato. Ma siamo stati chiari con loro». Le più mortificate sembrano le insegnanti della scuola che, da anni, cercano di mettere una pezza laddove ci sono ingiustizie o errori. «Facciamo di tutto per non far mancare mai niente ai bambini – spiega la coordinatrice Elisa Mancini – anche quando manca qualcosa o ci accorgiamo che un bambino rimane escluso, piuttosto ce ne priviamo noi. Siamo in pochi, ci aiutiamo a vicenda. Questa volta non ci siamo accorti perchè i bambini a scuola non si sono lamentati e il pandoro era in abbondanza. Però non vogliamo strumentalizzazioni, questa scuola è uguale alle altre nonostante operi in un quartiere difficile».