La scorsa estate, i vertici societari della Pro Patria Volley si sono trovati dinnanzi a un bivio. Da un lato, dopo la promozione in B1 e una Serie A2 sfumata soltanto ai playoff, cercare di raggiungere il massimo campionato nel minor tempo possibile. Dall’altro, scambiare i diritti, ripartire daccapo e gettare le fondamenta per un futuro brillante. Dopo attente riflessioni, si è deciso di optare per la seconda opzione. E così, Pavia in B1, milanesi in B2. Le motivazioni di tale scelta sono molteplici: in primis, i costi da sostenere. Più è alta la categoria, maggiori sono le spese: "Trovare finanziatori non è facile e le istituzioni spesso si voltano dall’altra parte", dice Luigi Brugnone, coach e uomo Pro Patria da oltre dieci anni.
Poi, le nuove strutture da reperire. Il PalaNatta, casa delle biancoblù, avrebbe dovuto far spazio a un altro palazzetto, a norma per ospitare i più nobili palcoscenici. Queste questioni, però, sarebbero comunque state risolte, grazie al lavoro da stakanovisti della presidente Enrica Bertolini, del direttore generale Christian Morandi e del ds Max Capitanio.
A risultare decisiva nella scelta finale, è stata piuttosto la volontà di porre al centro di tutto il progetto il settore giovanile. Da circa sessant’anni, il vivaio è il fiore all’occhiello della società milanese: non a caso, la Pro Patria è una delle società ad aver ricevuto dalla Federvolley il “Marchio d’Oro di Qualità per il Settore Giovanile Femminile”, a testimonianza di quanto la formazione di donne e pallavoliste sia di vitale importanza in via Filippo Tajani.
Ovviamente, anche la prima squadra ha risentito della scelta. Il roster della B2 è interamente composto da ragazze nate fra il 2008 e il 2009, alcune delle quali vincitrici dello Scudetto Under 14 nella stagione 2021-2022.
Le giovani atlete, quindi, si sdoppiano: al sabato, si ritrovano sottorete avversarie più esperte e più grandi. Di domenica, invece, sfidano le pari età. Per ovvie ragioni, i risultati sono diametralmente opposti. Se l’Under 16 ha centrato la qualificazione alla fase regionale, la prima squadra ha totalizzato zero vittorie. Un andamento negativo ampiamente preventivato.
Ciò che inorgoglisce coach Brugnone, tecnico di entrambe le squadre, è il cambio di attitudine delle sue giocatrici: "Perdendo tutte le partite, all’inizio non è stato facile per loro. L’atteggiamento, però, migliora di giorno in giorno. Per non parlare del livello di gioco espresso", afferma.
Nonostante qualche inevitabile difficoltà, puntare sulla linea verde sta pagando dividendi in casa biancoblù. Per la società, perché valorizza il settore giovanile, proseguendo un percorso cominciato diversi decenni fa. E per le ragazze, le quali hanno l’occasione di ambire alla vittoria contro le pari età e di mettersi in vetrina contro avversarie più navigate.
Il passaggio da giovani adulte a donne, quindi, avviene tramite il divertimento, le vittorie e qualche sconfitta bruciante. Pazienza, però. Anche le cadute aiutano a crescere. E in Pro Patria, dove vincere non è l’unica cosa che conta, lo sanno meglio di chiunque altro.
Giovanni Cisternino