Pedro Almodóvar presenta Madres Paralelas a Venezia 78

Dalla Mostra del Cinema, la conferenza stampa del regista seguita dalla redazione di Hot Corn

Pedro Almodóvar e Penélope Cruz al photocall di Venezia 78

Pedro Almodóvar e Penélope Cruz al photocall di Venezia 78

di MANUELA SANTACATTERINA - Camicia chiara con degli arabeschi, mascherina bianca e gli immancabili occhiali da sole neri. Pedro Almodóvar ha aperto ufficialmente Venezia 78 con Madres paralelas (in sala dal 28 ottobre). Il regista spagnolo, dopo aver presentato lo scorso anno il corto The Human Voice con Tilda Swinton, torna al Lido nel luogo in cui aveva debuttato nel 1983 con L'indiscreto fascino del peccato. La storia è quella di due donne, Janis (Penélope Cruz) e Ana (Milena Smit), che condividono la stanza di ospedale nella quale stanno per partorire. Le loro vite si intrecceranno indissolubilmente mentre sullo sfondo Almodóvar racconta una ferita ancora aperta della Storia spagnola...LE MADRI IMPERFETTE «Sono cresciuto circondato da figure materne molto diverse da quelle che racconto in questo film. Quello di Janis era il personaggio più complesso da delineare e quello che più di tutti mi interessava. Era una sfida per me. Con questo film volevo affrontare delle madri imperfette».LA MEMORIA STORICA «Quella della memoria storica è un tema pendente in Spagna. Abbiamo un debito morale enorme nei confronti dei desaparecidos. Migliaia di persona gettate nelle fosse comuni e private di dignità. Sono molto sensibile nei confronti di questo argomento. Fino a quando non sarà pagato questo debito non si potrà chiudere la Storia recente della Spagna».LA DEMOCRAZIA «Siamo arrivati alla generazione dei nipoti e pronipoti che chiedono di riesumare i corpi dei loro antenati. Sono state fatte molte indagini in questo senso perché non si capiva come mai una generazione già nata in democrazia potesse trovarsi in questa situazione. La mia di generazione, quella nata durante la dittatura, è cresciuta nella paura. A casa mia non abbiamo mai parlato di guerra, è stato un trauma per tutta la società. Nel 1978 è stata sancita la democrazia in Spagna. Dovevano affrontare il problema, la legge di amnistia è imperfetta non ci ha consentito di andare avanti».FEDERICO GARCÌA LORCA «Federico García Lorca è il desaparecidos più conosciuto della Spagna. Per è sempre stato una fonte di ispirazione. Ed è anche l'emblema del cattivo rapporto dello spagnolo con la storia più recente. Il grande poeta spagnolo per eccellenza che non si capiva come potesse essere un desaparecidos. È incredibile come la Spagna non si preoccupasse di cercare il suo corpo. Anche per il cinema vale lo stesso pensiero. È stato difficili fare film sull'ETA o su altri problemi radicati nella società».PENÉLOPE CRUZ «Anche se non mi bombarda di domande, come dice lei (ride, n.d.r.), so che è a casa che aspetta e spera di essere la prima destinataria dei miei copioni. Ma è anche vero che se c'è un personaggio con le sue caratteristiche, sarà sempre lei la prima a cui manderà la sceneggiatura. L'ammiro moltissimo come attrice ma sopratutto è importante sapere che parliamo la stessa lingua. Sono un regista che chiede molto e lei mi da tutto quello che chiedo. Ha una fiducia cieca in me e questo ti da coraggio, ti fa sentire forte. È una grande lavoratrice e quello di Janis è il ruolo più complesso che abbia mai scritto per lei».