Quando scienza e fiction si tengono per mano

Giocare l’immaginazione letteraria per capire e raccontare emozioni, passioni, forza e fragilità dei personaggi.

Milano, 16 giugno 2019 - Raccontare la storia con un romanzo. E giocare l’immaginazione letteraria per capire e raccontare emozioni, passioni, forza e fragilità dei personaggi. Si capiscono bene, per esempio, il carattere e la declinazione quotidiana dell’intelligenza di Leonardo da Vinci nelle pagine de “La misura dell’uomo” di Marco Malvaldi, Giunti. Malvaldi è uno scienziato, un chimico di grande competenza, oltre che uno scrittore di noir densi d’intelligenza e ironia (la serie dei “vecchietti del BarLume”).

E qui racconta di Leonardo a Milano, nel 1493, alla corte di Ludovico il Moro: la passione per l’anatomia, l’idraulica e la meccanica, la costruzione d’un gigantesco cavallo di bronzo per onorare Francesco Sforza, padre del Moro, il divertimento per gli intrighi cortigiani e le delizie delle belle signore milanesi. Poi, ecco un morto misterioso, proprio nel cortile del Castello. E le indagini, affidate proprio a Leonardo, rivelano che... Scienza e fiction si tengono bene per mano.Contesto storico reale e grande forza di racconto anche nelle pagine di “Piccola italiana” di Giacomo Cacciatore, Fernandel. L’Italia degli anni Trenta, vista negli spazi soffocanti d’un orfanotrofio, con gli occhi di Angela Amodio, una bambina dalla forte personalità ribelle. I difficili rapporti con le suore e le compagne bigotte. L’ansia di libertà e autonomia, inusuale in tempi di regime fascista, scambiata come sintomo di pazzia e destinata alle cure d’un egotico psichiatra e d’una vigilatrice fanatica, innamorata di Mussolini. Il legame con Virginia Levi, ebrea e già segnata a dito come “diversa”, mentre si preparano le leggi razziali. E i segreti tra le due bambine, da custodire per non impazzire davvero. Sino a un patto d’amicizia solenne. Ma anche alla svolta d’un tradimento. Cupa e controversa, la storia d’Italia. Densa di misteri. In cui s’addentra Nora, la protagonista di “Nella notte” di Concita De Gregorio, Feltrinelli: un romanzo forte e tagliente, una scrittura densa di fantasia, ironia e umori civile. Nora ha fatto una brillante tesi di dottorato, sugli intrighi che portano alla mancata elezione d’un presidente della Repubblica, su cui tutti a parole erano d’accordo. E si ritrova a lavorare in un centro studi che prepara dossier d’informazioni, un po’ vere e un po’ tanto distorte.

E così tra una ricerca, un incontro (con Alice, l’amica del cuore dell’adolescenza), la riscoperta d’una strana morte, va in scena un mondo di intrighi e ricatti. Il sesso, i soldi, la Tv, gli algoritmi, la politica degradata in spettacolo. Un gioco di maschere e ombre. Che alimenta paure e ispira delitti. La notte della democrazia è nell’etica e nell’anima. Scrive Nora: “Sento la melliflua aggressiva cortesia e poi la protervia distratta di chi esercita il potere. Il loro interminabile rancore, il loro piacere di essere temuti è un fenomeno così interessante. Chissà che infanzia hanno avuto, cosa gli è mancato...”. Una fragilità da disvelare. Ma anche da frontegg