La Maturità non cancella la storia

La riforma dell’Esame di Stato, la cosiddetta maturità, cambia alcune regole e alcune tipologie di prova, come ad esempio quella scritta di italiano

Milano, 2 novembre 2018 -

DOMANDA:

Il nuovo esame di maturità cancella il tema di storia. Mi sembra un grandissimo errore privare i ragazzi di una materia che è sempre stata fondamentale per ogni indirizzo, in ogni periodo scolastico. Ma dove stiamo andando e soprattutto cosa si pensa di raggiungere in questo modo? Lorena, Milano

RISPOSTA:

 Vorrei per prima cosa fare chiarezza: la disciplina della storia non corre alcun pericolo, si insegna dai primi anni della scuola primaria fino alla quinta superiore, si porta all’esame ed è come sempre materia di grande importanza in ogni indirizzo, quella di puro studio. La riforma dell’Esame di Stato, la cosiddetta maturità, cambia alcune regole e alcune tipologie di prova, come ad esempio quella scritta di italiano. Per il tema, la novità alla quale lei fariferimento è il tramonto della traccia storica, sempre scelta da pochissimi studenti: solamentel’1.9% dei candidati nel 2017. Tuttavia, chi vuole dedicarsi all’argomentazione culturale e alla riflessione su testi letterari può ancora farlo, con l’analisi di un testo in prosa o in poesia. Inoltre, sono garantite con la Tipologia B tracce di argomento storico, artistico, filosofico in cui i maturandi devono cimentarsi nell’argomentazione di un testo che riguardale suddette discipline.Ritengo doveroso dare una possibilità a questa nuova impostazione pensata da un uomo di grande cultura umanistica, Luca Serianni. L’idea è quella di andare verso la lotta all’analfabetismo funzionale e la nuova forma del tema, prova ad andare in questa direzione proprio con la tipologia B che servirà, secondo quanto annunciato, per lavorare nei cinque anni di scuola superiore su testi non letterari con il fine di imparare a riconoscere argomentazioni diverse, fino allo smascheramento delle fake news. La questione dell’analfabetismo funzionale è seria, secondo diverse ricerche recente, quasi la metà degli italiani appartiene a questa categoria. Mi sembra un buon obiettivo per questa nostranazione in balìadi una sempre minore capacità di leggere e comprendere un testo scritto e quindi di ragionare