Missione 2024 "Ecco come sarà la nuova Fiera"

Il sindaco Passerini traccia la rotta del restyling "I legami col passato restano, guardiamo al futuro"

La nuova fiera

La nuova fiera

di Mario Borra

È la fiera delle sfide. Lo è sempre stata. Da quando non si arrese nel periodo di guerra, a quando si risollevò, l’anno scorso, dopo il periodo buio del Covid. Oggi affronta quella del futuro. Infatti, al termine della 231 esima edizione, che si tiene oggi e domani, il quartiere fieristico costruito oltre sessant’anni fa, si rifà completamente il volto.

E non sarà solo una questione di strutture nuove e altamente all’avanguardia, ma di un concetto diverso e molteplice di utilizzo degli spazi.

"Oggi il polo fieristico di viale Medaglie d’Oro è una struttura vecchia, costosa, senza prospettive per essere utilizzata a pieno regime. Occorreva un rilancio. Abbiamo messo nero su bianco un progetto a largo respiro che ora finalmente prende corpo", scandisce il sindaco di Codogno, Francesco Passerini.

I tempi sono quindi maturi: dopo l’edizione di quest’anno, partiranno i primi quattro lotti di una ristrutturazione che, in città, non ha eguali negli ultimi anni in fatto di investimenti e prospettive di rilancio.

Il Comune ha saputo attrarre risorse da diversi ambiti ed ora il portafoglio è pieno, così si può partire: due milioni e 300mila euro sono arrivati nel contesto dei fondi emblematici della Fondazione Cariplo all’interno del progetto Agrifiera in partnership con Itas Tosi, Morando Bolognini e Crea (poco meno di due milioni solo per gli impianti fieristici codognesi), tre milioni e 800 mila euro mediante fondi Pnrr e due milioni nell’ambito dell’accordo di rilancio economico sociale e territoriale (Arest).

"Non sarà una cattedrale nel deserto – promette il sindaco –, ma un vero e proprio punto di riferimento per una molteplicità di attività culturali, sociali, formative. Sarà possibile tenere lezioni specifiche dedicate a formare personale direttamente per le aziende del territorio con una struttura flessibile che può ospitare corsi di tutti i settori industriali e spero anche artigianali. All’interno della palazzina Vezzulli sarà ricavato un teatro da 120 posti a sedere mentre il padiglione principale potrà essere riconvertito in un auditorium per concerti per 1500 persone".

Passerini ha già il traguardo ben chiaro nella testa: per novembre del 2023, i primi lotti dovranno essere pronti (Palazzina Vezzulli, padiglioni bovini da carne, palazzina servizi) così come il maxi posteggio esterno da quasi 500 posti auto mentre per la fine del 2024 il polo fieristico dovrà, se non ci saranno intoppi, essere ultimato completamente.

"Viviamo una fase di transizione, verso il futuro, ma i legami con la tradizione, la storia, il territorio restano, per noi, vincolanti – spiega Passerini –. E questi aspetti rimangono fondamentali per il grande successo che ogni anno la fiera ottiene tra gli addetti ai lavori e la gente. Anche nel periodo più difficile, con le restrizioni più stringenti a causa del Covid, il mondo dei campi ha sempre visto la fiera di Codogno come un punto di riferimento imprescindibile. Mai una defezione. Anche quest’anno i posti sono stati tutti saturati: circa trecento presenze. Che salgono a 500 se consideriamo gli ambulanti del mercoledì all’esterno del polo fieristico tra le vie del quartiere".

Per il primo cittadino di Codogno non esiste una ricetta segreta per la fiera più radicata sul territorio della Bassa. "Sono gli espositori che danno valore a questo splendido expo’ che, dopo il Covid, è in controtendenza rispetto alle altre manifestazioni del settore: noi per ora la crisi non la sentiamo – assicura Passerini –. È un momento dell’anno in cui l’annata agraria si ferma, cede il passo un attimo dopo mesi frenetici. È un momento di profonda riflessione, di ringraziamento. E forse anche per questo, la kermesse si inserisce in un momento quasi magico dell’anno".

mail: mario.borra@ilgiorno.net