Rimpalli e aria malata

I dati della campagna Mal d’Aria di Legambiente ripropongono per l’ennesima volta quanto sia urgente affrontare il tema dell’inquinamento

Milano, 1 ottobre 2020 - 

LETTERA

Respiriamo una pessima aria. Da quanti anni ce lo sentiamo dire? Ormai fatichiamo a ricordarlo, ma oggi che abbiamo tanta preoccupazione per il Covid e temiamo che possa essere “favorito” dallo smog sarà meglio cambiare registro piuttosto che limitarsi alla discussione sui diesel. Dante F., Milano

RISPOSTA

Drammatico dirlo, ma nulla è nuovo sotto il sole. I dati della campagna Mal d’Aria di Legambiente ripropongono per l’ennesima volta quanto sia urgente affrontare il tema dell’inquinamento. Puntualmente ogni anno si arriva all’inizio dell’autunno con questo monito, puntualmente si apre la discussione sulle colpe da attribuire, puntualmente si ricorre a giorni di stop alle auto e puntualmente cambia poco o nulla. Questa indagine se possibile è ancora più impietosa perché mette in relazione i dati di polveri sottili (Pm10, Pm2,5) e biossido di azoto negli ultimi 5 anni, con i limiti raccomandati dall’Organizzazione mondiale della Sanità e ne esce che non c’è capoluogo lombardo che si salvi. Qualche sconto a Lecco e Sondrio, ma sempre sotto la sufficienza, mentre Milano e Como sarebbero maglia nera senza rivali. In giorni in cui si valuta anche l’effetto amplificatore che lo smog potrebbe avere sul Covid chissà che non ci si fermi alle solite discussioni su questo tipo di indagine ma si cerchino soluzioni vere.

mail: ivano.costa@ilgiorno.net