Sesto, mancano medici di base a Cascina Gatti: Valmaggi scrive all'Ats

La consigliera regionale del Pd ha inviato una lettera al direttore generale dell'azienda sanitaria, chiedendo un intervento. "A rischio, 2.838 pazienti che tra pochi mesi saranno senza presidio".

I residenti di Cascina Gatti preoccupati per il possibile vuoto di assistenza medica

I residenti di Cascina Gatti preoccupati per il possibile vuoto di assistenza medica

Sesto San Giovanni (Milano), 9 novembre 2017 - "Ho scritto al direttore dell'Ats della Città metropolitana, Marco Bosio, per chiedere un provvedimento temmpestivo in grado di risolvere il problema”. La mittente è Sara Valmaggi, vicepresidente del Pd del consiglio regionale. Il problema è la mancanza di medici di base a Cascina Gatti. Entro la fine dell'anno, nel quartiere ce ne saranno due in meno, lasciando senza presidio un bacino di 2.838 pazienti.

Tra un anno, però, un terzo professionista cesserà l'attività, portando la cifra oltre i 4mila utenti. “Si tratta di un quartiere periferico, con una'altissima percentuale di persone anziane e fragili. I pazienti non potranno neppure essere accolti dagli altri tre medici della zona, perchè già oberati da un numero di pazienti massimo rispetto a quello consentito. Una situazione gravissima, che si va ad aggiungere alla condizione critica generale della città, dove sono già scoperti 4 ambiti e dove nel 2018 se ne scopriranno altri: in totale mancheranno 7 o 8 medici di base".

Una condizione, sottolinea Valmaggi, che si somma a quella della Città metropolitana, dove già nell'aprile scorso mancavano ben 123 medici. Il caso di Cascina Gatti è quindi solo l'ultimo di una carenza, già denunciata dagli stessi professionisti in un'audizione in commissione regionale Sanità lo scorso 7 giugno. “Già nel 2019, a fronte dei pensionamenti, in Lombardia potrebbero mancare all'appello 200 medici, che significa 30mila cittadini scoperti – denuncia Valmaggi -. Per questa ragione, presenteremo un ordine del giorno in cui si segnala la necessità di rinnovare il contratto nazionale dei medici scaduto e chiederemo l'ampliamento del numero di accessi ai corsi di formazione in medicina generale. È necessario, inoltre, che Regione Lombardia, in analogia con l'Emilia Romagna, metta a disposizione sedi pubbliche per i medici che copriranno i posti vacanti”.