Sesto, i morosi delle mense scolastiche oltre quota mille. Il Comune batte cassa

I figli iscritti con riserva al servizio di refezione per due soli mesi, in atteSa della definizione del debito

L’assessore Angela Tittaferrante pronta a usare il pugno duro

L’assessore Angela Tittaferrante pronta a usare il pugno duro

Sesto San Giovanni (Milano), 19 agosto 2017 - Sarano iscritti al servizio mensa, ma con riserva, gli allievi delle scuole sestesi i cui genitori risultano morosi nel pagamento delle rette. Lo ha precisato ieri l’amministrazione comunale di Sesto San Giovanni che ha presentato il piano per il recupero di circa 330mila euro di crediti vantati nei confronti delle famiglie sestesi per gli anni scorsi. La nuova giunta del sindaco Roberto Di Stefano intende usare il pugno di ferro, come aveva già annunciato nelle scorse settimane. Ma, almeno per ora, non viene contemplata l’ipotesi più estrema, ossia l’esclusione dalle mense dei figli di genitori morosi.

"Al fine di evitare fraudolenti, furbizie o comunque evasioni, che si ripercuotono sull’intero servizio - scrive l’assessore all’Educazione Angela Tittaferrante - in fase di iscrizione al servizio di refezione scolastica si avvierà un’attività di controllo sulla morosità pregressa degli iscritti". E poi aggiunge: "Questa verifica sarà effettuata in sede di iscrizione al servizio, e comporterà un’iscrizione provvisoria per un periodo di due mesi, qualora un utente avesse una posizione di morosità pregressa".

Iscritti con riserva, insomma. Per i primi due mesi dell’anno scolastico, il servizio verrà dunque garantito a tutti i bambini. Nel frattempo sarà comunicata la posizione alle famiglie e verrà richiesto il pagamento di tutti gli arretrati. Pare che i casi potenziali siano almeno 1200. Ma sicuramente parte delle morosità si riferiscono ad anni molto addietro e dunque a famiglie che in qualche caso non hanno più i figli a scuola. Il Comune precisa che gli effettivi casi critici, già evidenziati al Comune, saranno esentati. Per gli altri, in assenza del saldo entro due mesi, oppure della definizione formale di un piano di rientro, scatterà il recupero forzoso del credito “attivando tutte le azioni necessarie”, dunque persino una rivalsa patrimoniale. "E’ necessario intercettare le famiglie che pur avendo disponibilità economica non pagano perché sanno di non essere perseguite - ha spiegato l’assessore Tittaferrante - Come accade in molti comuni, ci muoviamo in questa direzione per garantire equità e correttezza dei processi amministrativi".