Anis Amri, quel filo rosso inquietante da Cinisello alla stazione di Sesto

Per il sindaco Trezzi solo "un’infausta coincidenza" che però fa paura

La polizia alla stazione di Sesto

La polizia alla stazione di Sesto

Cinisello Balsamo (Milano), 28 dicembre 2016 - La partenza da Cinisello Balsamo del camion utilizzato da Anis Amri c’entra qualcosa con l’arrivo del terrorista a Sesto San Giovanni? È un caso che la ditta da cui è partito il tir disti appena un chilometro in linea d’aria dalla stazione di Sesto Fs? Amri aveva complici nel Nord Milano? Tutte domande a cui gli inquirenti stanno cercando di dare risposta. Quel che è certo, anche Cinisello Balsamo è sotto la lente delle indagini.

Sindaco Trezzi, quali sono le sue sensazioni?

«Che il camion sia partito da Cinisello, la ritengo una coincidenza, un po’ infausta. Per altro il povero autista polacco si è ritrovato al posto sbagliato nel momento sbagliato. Non penso ci sia un legame con la presenza di Anis Amri a Sesto, dove è stato ucciso. Ho comunque vissuto questi fatti con apprensione: da un lato c’è stata la palese dimostrazione che i territori sono presidiati, dall’altro c’è un briciolo di preoccupazione perché il terrorismo è subdolo, nascosto, non riconoscibile».

A Cinisello sono presenti due centri culturali nel mirino della Regione.

«L’attenzione della Regione sulle moschee “abusive” è di carattere urbanistico. Da parte nostra, stiamo già procedendo: i due luoghi scelti dalle comunità islamiche per il culto devono essere messi a norma. Su questo non transigo».

Teme che in città si nascondano cellule integraliste? A Cinisello era stata segnalata la presenza di persone finite sotto la lente della Prefettura.

«Ho paura, certo, ma non so cosa pensare. Con le comunità islamiche comunque siamo in costante dialogo. La presenza di personaggi come Usama El Santawy, in passato, era stata da parte mia subito segnalata alle autorità competenti. Penso sia importante mantenere aperto il dialogo e garantire i controlli delle forze dell’ordine affinché tutto sia svolto alla luce del sole. E comunque l’integrazione non si fa dicendo no alle moschee».

In che senso?

«È cresciuta la richiesta di servizi che puntino all’integrazione degli stranieri. Ma dall’altro lato mancano le risorse. A livello politico, anche regionale, serve una risposta concreta. Abbiamo un territorio investito da flussi migratori molto assidui. Noi da parte nostra abbiamo sempre messo in campo servizi e risorse, ma serve di più».

Ha chiesto alle forze dell’ordine uno sforzo in più in questi giorni?

«Quello che fanno è già sufficiente, sul nostro territorio i controlli sono già assidui. Quello che è successo a Sesto ne è la dimostrazione. Ho chiesto comunque, insieme al sindaco di Sesto Chittò, un incontro col prefetto, vogliamo proprio parlare con lui di sicurezza e di gestione del territorio».