Sesto, l'atleta: "Il Dordoni, eccellenza da salvare"

Lettera aperta di Chiara Vitobello sullo storico campo sportivo che verrà trasformato

Allenamenti sulla pista d'atletica

Allenamenti sulla pista d'atletica

Sesto San Giovanni (Milano), 9 marzo 2020 - "Pensare che generazioni future possano non godere allo stesso modo di questa eccellente e sana realtà mi rattrista davvero molto". Si chiude così una lettera aperta di Chiara Vitobello, saltatrice in alto sestese classe 1991 cresciuta in maglia Geas sul campo Dordoni sotto la guida tecnica di Roberto Vazillotta. Grandi risultati fin da allieva, quando saltava già 1,80 metri, nell’inverno 2010 conquista il primato italiano juniores al coperto con 1,88 metri e poi la finale mondiale a Moncton. "Sono cresciuta in questo campo di atletica, letteralmente e sotto moltissimi punti di vista. Senza questa pista e senza la professionalità e passione di chi da sempre ci lavora, non avrei mai raggiunto i miei traguardi sportivi. Come me, meglio di me, altri atleti ospitati dal Dordoni hanno scritto piccole e grandi pagine dell’atletica italiana e internazionale. Molti lo stanno ancora facendo".

Dall’1 giugno, però, il campo di via Bixio potrebbe diventare l’ennesimo impianto commerciale, a uso privato, e avere come gestore Pro Sesto Calcio, unica società che ha partecipato all’avviso pubblico, lanciato a novembre dal Comune eliminandone la vocazione ventennale e l’esclusività dell’atletica. In questi giorni è stata nominata la commissione giudicatrice della gara e, finalmente, si potrà conoscere un progetto che rischia di azzerare un patrimonio unico nello sport nazionale e non solo. "Tutto questo, tra meno di 3 mesi, potrebbe sparire per sempre. Il Comune non si sta rendendo conto del torto enorme che verrà fatto alla città, alla sua storia, ai suoi cittadini e all’atletica – commenta Vitobello -. Questa pista non è solo la casa di tanti atleti, è una bellissima realtà nel Comune sestese. Lo è per i bambini che muovono i primi passi nello sport, per gli studenti che possono finalmente uscire dalle tristi e sgangherate palestre delle scuole, per i lavoratori che in pausa pranzo o a fine turno vengono qui a rifiatare, per i ragazzi disabili che qui hanno sempre trovato spazio e modo per esprimersi sportivamente e socialmente".

A farsi avanti è anche Massimo Gnocchi, figlio di uno dei primi presidenti del Geas Atletica a fine anni Settanta. "Sarà che son nato a Sesto, che son di Sesto. Sarà che le elementari le ho fatte alle Rovani nuove, le medie alle vecchie Forlanini, come pure mio padre, e le superiori al Parco Nord. Non sarà dunque un caso se con la scuola mi ci han sempre portato al campo. Ci hanno sempre portato: me, i miei coetanei e, dopo di noi, un sacco di altri studenti fino a oggi". Da 9 anni Gnocchi lo frequenta in “libera utenza” come moltissimi altri. "La sua utilità sociale e l’importanza strutturale per la nostra città traspaiono anche dagli importanti risultati ottenuti nei decenni dagli atleti che al campo si sono allenati con passione, dalle migliaia di ragazzi che hanno praticato atletica con impegno e divertimento. Ma sarà anche che potrebbe non esserci più. E, se sarà così, perderemo una risorsa per la cittadinanza e per lo sport. E sarà un gran peccato, davvero".

Nei giorni scorsi anche Fidal Milano ha rotto il silenzio, mettendo in guardia contro una decisione che rischia di far scomparire un pezzo di storia mondiale dello sport. Intanto, nella vicina Cassano D’Adda la pista è in via di riqualificazione con un investimento di 500mila euro, di cui 380mila versati dall’amministrazione e 150mila dalla Regione. Da anni al Dordoni dovrebbe essere sostituito il tartan: gli ultimi fondi, per il tunnel coperto, sono stati sborsati da patron Vanzillotta.